


Nel cuore della regione, fra maestose cattedrali di arenaria, borghi-presepe, esperienze adrenaliniche e sconfinate foreste, custodi di misteriosi complessi megalitici e antichissimi riti arborei, sembra un pò di fare un viaggio indietro nel tempo, a come doveva essere migliaia di anni fa il mondo con i suoi paesaggi selvaggi, mastodontici, incontaminati, sui quali la mano dell’uomo ancora non era intervenuta e la natura vergine si mostrava in tutto il suo carattere sublime e nella sua potenza.
E’ questa la sensazione che in qualche modo si prova nell’attraversare i luoghi che costituiscono il centro esatto della Basilicata, con i loro profili dagli andamenti quasi preistorici, in atmosfere pervase da un fascino primordiale. Sì, perché questo rappresentano le Piccole Dolomiti Lucane, veri e propri Totem alla maestosità della natura.






Pinnacoli rocciosi come guglie di cattedrali naturali si stagliano verso il cielo, lasciandosi ai piedi uno sterminato tappeto verde di boschi e foreste. Qui siamo a una trentina di chilometri a Sud-Est di Potenza e lo scenario è quello dello splendido Parco naturale Gallipoli-Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane, un concentrato di vertiginosi strapiombi, lussureggiante vegetazione e strette gole scavate dagli innumerevoli corsi d’acqua che lo percorrono. Fra questi il Basento, il maggiore dei fiumi lucani, il Salandrella e il Caperrino.



Una mastodontica e frastagliata cordigliera di arenarie cementate che, con il suo profilo, ricorda le aguzze forme delle più celebri Dolomiti alpine. A generarla quindici milioni di anni fa le ultime fasi tettoniche del Miocene medio, le stesse che hanno dato vita all’intero Appennino meridionale. A fare il resto ci ha pensato nei secoli l’azione erosiva degli agenti atmosferici combinata a quella di fiumi e torrenti, che hanno dato luogo, sempre nella stessa area, ai profondi anfratti nei pressi di Oliveto lucano (MT), alle gole del Basento, ai massi erratici (i giganteschi macigni spostati dai ghiacciai man mano che si ritirano) presenti un pò ovunque sul territorio.
Fra i giganti emersi dagli abissi oceanici spiccano la “Costa di San Martino”, con la vetta del Monte Impiso (1319 MT), la “Cresta Tavernaro” (1390 MT) e la “Montagna del Caperrino” (1455 MT). Intorno impenetrabili foreste di Cerri, Aceri, Castagni, Roveri, Carpini, Agrifogli, Tigli, Meli, Peri selvatici, fra le quali primeggia quella di Gallipoli-Cognato con i boschi di “Costa Cervitate”, della “Montagna del Caperrino”, di “San Domenico” e di “Serra Barcuta” e, poi, il bellissimo bosco di Montepiano, nei pressi di Accettura (MT), sede dell’Ente Parco, che è sicuramente il più esteso con i suoi 800 ettari.
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