

L’Alta Val d’Agri è verdi vallate e boschi lussureggianti, montagne solitarie da cui svettano borghi, resti archeologici di straordinaria bellezza, castelli e suggestivi santuari, che con laghi, fiumi e torrenti rendono quest’angolo di Basilicata un maestoso abbraccio fra cielo e terra.
“A chi torna dai santuari o dall’esilio, a chi dorme negli ovili, al pastore, al mezzadro, al mercante, la Lucania apre le sue lande, le sue valli dove i fiumi scorrono lenti come fiumi di polvere”.

E’ la descrizione che uno dei più noti poeti lucani, Leonardo Sinisgalli, nato a Montemurro (PZ) nel 1908, fa nella sua poesia “Lucania” di quest’angolo della regione a sudest di Potenza dove valli, fiumi, laghi e torrenti da secoli lentamente, si fanno strada fra le solitarie montagne che li attorniano in un maestoso abbraccio fra cielo e terra.
Perché la Valle dell’Agri, una delle più estese della regione, e la contigua e più piccola Val Camastra, aprono uno squarcio in quel tratto d’appennino che rappresenta uno dei grandi polmoni verdi della regione, luoghi che non a caso ricadono nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano – Val d’Agri – Lagonegrese, il più giovane dei parchi nazionali italiani ad essere istituito, nel 2007.

Il Parco, con i suoi quasi 69mila ettari di estensione, è un’autentica apoteosi naturalistica, con le sue vette fra le più alte dell’intero Appennino Meridionale e i suoi folti boschi di faggi, cerri, aceri, abeti, habitat perfetto per molte specie animali protette quali il lupo appenninico, la lontra, il gatto selvatico, la martora e lo scoiattolo meridionale, mentre nei cieli è molto comune incrociare con lo sguardo le traiettorie di diversi rapaci quali l’aquila reale, il falco pellegrino, il nibbio reale, la poiana, oltre a gracchi corallini e gufi reali.
La sua estensione longitudinale e i suoi confini altamente frastagliati ne fanno un concentrato di paesaggi fra loro molto variegati fra valli, colline e massicce montagne. Il tutto incorniciato da boschi lussureggianti attraversati da antichi tratturi per la transumanza e punteggiati da suggestivi santuari e borghi silenziosi e guardinghi che, arroccati su speroni rocciosi, scrutano dall’alto l’orizzonte.






Luoghi nel cui sottosuolo scorre oro nero che si estrae da oltre dieci anni, teatro nei secoli, vista la posizione di collegamento fra Ionio e Tirreno (da qui passava peraltro l’antica via Herculia), di scontri fra civiltà, di cui riecheggiano ancora le gesta di antiche battaglie, come quella di Grumentum, oggi Grumento Nova (PZ), sul fiume Agri, fondata nella prima metà del IIIsecolo A.C.
Qui, nell’ambito della seconda guerra punica, si affrontarono nel 207 A.C. i Romani di Claudio Nerone e l’esercito dei Cartaginesi, capeggiato da Annibale che, nonostante i mastodontici elefanti, subì una dura sconfitta. Ed è proprio da qui che può partire il viaggio alla scoperta di lande che, dalle provvide distese pianeggianti salgono attraverso tortuose strade panoramiche a scoscese montagne, capaci di offrire sull’intorno vedute mozzafiato, e, dove nei secoli hanno spesso trovato rifugio monaci che per sfuggire alle persecuzioni saracene fondarono proprio su queste alture suggestivi luoghi di culto per dedicarsi alla vita contemplativa in atmosfere solitarie che potessero avvicinarli il più possibile a Dio.
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