


Matera con i suoi Sassi è unica nel suo genere. I Sassi, infatti, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1993 sono ormai uno dei simboli del Belpaese più suggestivi e conosciuti nel mondo.
Questa città è il regno dei contrasti, un disarmante inno alla bellezza, groviglio inimitabile di case-grotta, sfarzosi palazzi barocchi, stupende chiese rupestri; insomma, si può dire, un tripudio assoluto di bellezza, di arte, architettura dove l’arcaico si mescola al moderno, e, l’essenziale allo sfarzo architettonico. Intorno i paesaggi biblici della Murgia, brulli e arsi dal sole come pochi, pregni di silenzi e densi di una spiritualità che riconcilia con se stessi e la natura. Forse proprio per questo scelti da grandi cineasti per ambientare i loro film alla ricerca di atmosfere mistiche e orientaleggianti, come le pellicole “La Passione di Cristo” (2004) di Mel Gibson e “The nativity story” (2006) di Catherine Hardwicke, per esempio, che hanno trovato in Matera e i suoi paesaggi i luoghi perfetti per ricostruire le ambientazioni dell’antica Galilea.
Quasi come se i profondi burroni della gravina in cui improvvisamente precipita l’altopiano murgico e sulle cui pendici sorge la città, aprissero profondi squarci anche nell’animo umano. Posti solitari e sicuri, fra profonde fenditure carsiche, eletti fin dal Paleolitico come luogo ideale per trovare rifugio. Moltissime sono, infatti, sul versante opposto della gravina su cui sorge Matera le grotte scavate dall’uomo e utilizzate nei secoli prima come abitazioni e poi, a partire dal VI secolo, con l’arrivo in Italia dei Basiliani in fuga dalle persecuzioni iconoclaste che vietavano la rappresentazione di immagini sacre nelle chiese d’Oriente, come insediamenti monacali e luoghi di culto per i seguaci di San Basilio ma anche per quelli di San Benedetto.
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