
Paese indubbiamente ricco di suggestioni e vessillo di una storia gloriosa, Melfi è stato a lungo il centro focale della cultura lucana.
Capitale del Ducato di Puglia sin dal 1059, ai giorni nostri conserva intatto il suo fascino medievale, con la sua cinta muraria unica, risalente al XV secolo, che di certo, in passato, lo ha reso davvero un borgo inespugnabile.



Sul suo abitato incombe, imponente e austero, quasi a guardia, il castello costruito in epoca normanna, ma fatto ampliare dal sovrano svevo Federico II, sicuramente uno dei più maestosi della regione con le sue otto torri dominanti reso.
Fu in esso che Federico II promulgò le famose Constitutiones Augustales, anche note come Costituzioni Melfitane, le norme che riorganizzavano i diritti feudali riconoscendo alle donne il diritto di successione ereditaria.



Oggi è anche sede del Museo Archeologico del Melfese e custodisce preziosi reperti del VII-III secolo Avanti Cristo, oltre al celebre Sarcofago di Rapolla, stupenda opera della seconda metà del II secolo proveniente dall’Asia Minore che sul coperchio reca la delicata scultura di una donna distesa.
Sempre all’interno del castello, superato il ponte levatoio che solca un profondo fossato, la torre dell’orologio, insieme con tutte le altre torri, fa da cornice alle ampie corti interne e al Palazzo Baronale Doria, che offre l’accesso alla cinquecentesca cappella gentilizia.
Usciti dal castello si può andare alla scoperta dei tesori artistici e architettonici del borgo, partendo dalla famosa e bella Porta Venosina che, con la sua forma ogivale, è uno dei sei antichi ingressi alla città, costruita nel XIII secolo in occasione dell’ampliamento delle mura di cinta cittadine voluto da Federico II.

Sul paese, poi, svetta in tutto il suo slancio lo splendido campanile della Cattedrale, dedicata all’Assunta, risalente al 1056, su cui troneggia il simbolo normanno dei due grifoni.


L’imponenza della sua architettura testimonia il ruolo strategico che a lungo Melfi ebbe anche nell’ambito del potere spirituale.
Fu, infatti, sede di diversi concili papali e, in quello del 1089, il Pontefice Urbano II costituì insieme ai Normanni quella Lega che avrebbe poi condotto alla Prima Crociata verso i luoghi santi.
Infine, oltre a tutte le altre bellezze, fuori dal centro abitato, nei pressi del cimitero cittadino, si trova la Cripta di Santa Margherita, straordinario gioiello di arte rupestre risalente al XIII secolo.

Lo splendore degli affreschi della cripta di Santa Margherita, scavata nel tufo nel XIII secolo, raffigurano episodi della vita della stessa Santa Margherita e il famoso Monito dei morti.

L’interno, scavato nel tufo vulcanico, è affrescato con diverse pitture di incredibile delicatezza e bellezza in stile bizantino.
Esse raffigurano il martirio della Santa e scene della sua vita e di altri “guerrieri” del Signore, oltre al cosiddetto “Monito dei morti” nel quale si vuole rappresentato Federico II in abiti da falconerie.
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