Cosa Vedere a Matera e dintorni:
tutto quello che c’è da sapere
Cosa Vedere a Matera e dintorni? cose davvero speciali senza allontanarsi molto.
Nella presente sezione Vi si propone tutta una carrellata di posti da vedere, ciascuno con le proprie caratteristiche ambientali e storico-artistiche, presenti nella cosiddetta area della Collina materana.
Cosa Vedere a Matera e dintorni:
per ammirare il paesaggio millenario disegnato dall’uomo
Cosa vedere a Matera e dintorni: i luoghi da godere con pacatezza, a iniziare dal capoluogo di provincia Matera, classificato come la terza città più antica nel mondo dopo Gerico e Gerusalemme, dove il tempo sembra essersi fermato, per arrivare ai paesotti ad esso più limitrofi, ricchi di storia, arte e fascino, qui tutto va visto, ogni strada, ogni angolo, ogni uomo, secondo ritmi lenti e con l’occhio attento a cogliere i segni lasciati dall’Uomo nella natura.
I Paesi facenti parte di quest’area sono:
– Montescaglioso (MT) – Miglionico (MT) – Pomarico (MT) – Grassano (MT) – Grottole (MT) – Irsina (MT)
Buona esplorazione!!!
Matera, l’incanto unico di una città senza tempo
I SASSI di Matera, unici nel loro genere, sono Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1993 e ormai uno dei simboli del Belpaese più suggestivi e conosciuti nel mondo. Questa città è il regno dei contrasti, un disarmante inno alla bellezza, groviglio inimitabile di case-grotta, sfarzosi palazzi barocchi, stupende chiese rupestri; insomma, si può dire, un tripudio assoluto di bellezza, di arte, architettura dove l’arcaico si mescola al moderno, e, l’essenziale allo sfarzo architettonico. Intorno i paesaggi biblici della Murgia, brulli e arsi dal sole come pochi, pregni di silenzi e densi di una spiritualità che riconcilia con se stessi e la natura. Forse proprio per questo scelti da grandi cineasti per ambientare i loro film alla ricerca di atmosfere mistiche e orientaleggianti, come le pellicole “La Passione di Cristo” (2004) di Mel Gibson e “The nativity story” (2006) di Catherine Hardwicke, per esempio, che hanno trovato in Matera e i suoi paesaggi i luoghi perfetti per ricostruire le ambientazioni dell’antica Galilea.
Quasi come se i profondi burroni della gravina in cui improvvisamente precipita l’altopiano murgico e sulle cui pendici sorge la città, aprissero profondi squarci anche nell’animo umano. Posti solitari e sicuri, fra profonde fenditure carsiche, eletti fin dal Paleolitico come luogo ideale per trovare rifugio. Moltissime sono, infatti, sul versante opposto della gravina su cui sorge Matera le grotte scavate dall’uomo e utilizzate nei secoli prima come abitazioni e poi, a partire dal VI secolo, con l’arrivo in Italia dei Basiliani in fuga dalle persecuzioni iconoclaste che vietavano la rappresentazione di immagini sacre nelle chiese d’Oriente, come insediamenti monacali e luoghi di culto per i seguaci di San Basilio ma anche per quelli di San Benedetto.
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Matera, “Città dell’Uomo”
La Città dei SASSI è considerata fra le più antiche del mondo, autentico museo a cielo aperto della straordinaria avventura umana, dall’Età della pietra ai giorni nostri, documentata da resti che testimoniano una presenza umana su questo territorio che non conosce discontinuità temporali. I ritrovamenti più antichi provengono dalla Grotta dei Pipistrelli e da quella sottostante, la Grotta Funeraria, a circa quattro chilometri dalla città, nel cuore del Parco della Murgia.
Fra i reperti che dimostrano la frequentazione delle due grotte durante Paleolitico, Neolitico ed Età dei Metalli, scheletri umani insieme a punte e raschiatoi, oltre a resti animali di orso (Ursus spelaeus) e iena delle caverne (Crocuta Crocuta spelaea). Alcuni di questi reperti sono custoditi nel Museo Archeologico
Nazionale “Domenico Ridola”, intitolato al pioniere delle ricerche preistoriche nel materano, medico di professione e archeologo di passione, a cui si devono a fine ‘800 le prime sistematiche ricerche paletnologiche in Basilicata.
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A Matera l’arcaico si mescola al moderno e l’essenziale allo sfarzo architettonico
Dall’alto del Massiccio del Monterrone, sito nel SASSO CAVEOSO si gode di una vista panoramica molto suggestiva d’insieme, da cui è ben possibile percepire gli svariati contrasti architettonici.
Dapprima lo sguardo si posa sul groviglio enorme delle case dei SASSI, poi sulle architetture della Civita, dominata dalla snella silhouette del campanile del Duomo e, in basso, sul quartiere del Piano con i suoi sfarzosi edifici barocchi, intorno ai gioielli artistici ipogei, inno alla sobrietà delle linee ed esaltazione della vivacità cromatica dell’arte decorativa.
Si snodano, invece, in tutta la loro povertà le centinaia di abitazioni di pochi metri quadrati che hanno ospitato a lungo negli stessi angusti ambienti animali e corposi nuclei familiari.
Si può avere una chiara idea di quelle che erano le abitudini di vita dei contadini materani visitando il Museo della Civiltà Contadina, ricavato proprio in una di queste abitazioni risalente al ‘700 e sapientemente restaurata.
Sono visitabili la cucina, la cisterna per la raccolta delle acque piovane, la stalla, la mangiatoia insieme ad arnesi e arredi dell’epoca
Nella Civita svetta, invece, nella sua maestosità la Cattedrale, costruita fra il 1230 e il 1270, autentico capolavoro di architettura romanica sulla cui facciata domina lo splendido rosone a sedici raggi.
All’interno, diviso in tre navate, lo stupefacente Giudizio Universale, unico frammento giunto a noi dell’originaria composizione pittorica medievale attribuita a Rinaldo da Taranto, l’affresco della Madonna della Bruna del XIII secolo, cui è dedicata una coinvolgente festa popolare il 2 di Luglio, un bel coro ligneo del 1453, il sarcofago contenente le spoglie di San Giovanni da Matera, nato nella città dei SASSI intorno al 1070, il pregevole presepe in pietra policroma del 1534 di Altobello Persio e Jacopo Sannazzaro da Alessano, oltre a diverse tele, affreschi e sculture di grande pregio.
Nelle vicinanze, la chiesa di San Francesco d’Assisi con la bella facciata che ricalca, anche se in maniera più sobria, le linee del barocco leccese, costruita sull’antica chiesetta rupestre dei Santi Pietro e Paolo, affrescata e ancora oggi visitabile.
Matera si assapora lentamente “perdendosi”fra i vicoletti e le gradinate degli angoli più nascosti dei SASSI, capaci di offrire incredibili vedute sull’abitato e sugli affascinanti panorami della Murgia, o, fra le piazze e gli eleganti viali barocchi del Piano punteggiati da stupende architetture.
Cenni storici: Come si viveva in passato all’interno delle case-grotta dei Sassi
“Dentro quei buchi neri dalle pareti di terra vedevo i letti, le misere suppellettili, i cenci stesi.
Sul pavimento erano sdraiati i cani, le pecore, le capre, i maiali.
Ogni famiglia ha in genere una sola di quelle grotte per abitazione e ci dormono tutti insieme, uomini, donne, bambini, bestie”.
(tratto da un passo del celebre libro “Cristo si è fermato ad Eboli” di Carlo Levi).
E’ così che si viveva un tempo nei SASSI, in origine gioiello urbanistico con canali di scolo e cisterne, orti e giardini pensili, temperatura costante delle grotte, sui 15 gradi, garantita dal tufo, che ne facevano una città salubre e ben protetta, come scrisse il cronista Eustachio Verricelli nel 1595.
Tutto questo collassò dal ‘600 con la crisi urbana e sociale legata alla modernizzazione che travolse la piccola economia agricolo-pastorale a favore del latifondo.
Matera, poi, nel 1663 divenne capoluogo e sede della Regia Udienza Provinciale.
Ne derivò grande sviluppo ma anche eccessivo incremento demografico. Si costruì ovunque, orti e giardini furono soppiantati da piani sopraelevati e stalle e cisterne divennero case-grotta per i più poveri.
Definiti “Vergogna nazionale” da Alcide De Gasperi che ne ordinò lo sgombero nel 1952 con legge nazionale, i SASSI e le loro case-grotta sono un pezzo di memoria che non va dimenticato, importante tassello dell’identità della città, della regione e dell’universo contadino del Mezzogiorno, diventati oggi Patrimonio e vanto dell’intera Nazione.
Il Musma, un gioiello per la scultura contemporanea
Oltre mille metri quadrati di suggestive sale ipogee scavate nella roccia nelle quali sono esposte più di 250 opere di artisti italiani e internazionali. Sculture in bronzo, tufo, legno, ferro, marmo e ceramica, disegni, incisioni, medaglie e libri d’arte.
E’ tutto questo il Musma, Museo della Scultura Contemporanea di Matera, ricavato in uno degli edifici più significativi della città, Palazzo Pomarici, noto anche come Palazzo delle cento stanze, in via San Giacomo, nel cuore del SASSO CAVEOSO.
Annessa alla struttura museale anche la Biblioteca Scheiwiller che custodisce oltre tremila volumi fra monografie e cataloghi.
Pane IGP, vini DOC e olive
Rinomato per il suo straordinario sapore il Pane IGP di Matera, che con la sua forma ricorda il paesaggio della Murgia, viene preparato esclusivamente con semola rimacinata di grano duro lucano.
I lunghi tempi di lievitazione e cottura garantiscono alta digeribilità e una conservazione che supera i 15 giorni.
Ottimi anche i vini, fra cui i DOC Matera, l’olio, ottenuto dall’oliva majatica (qui gli uliveti ricoprono l’80% della superficie coltivabile), i funghi cardoncelli, le paste fresche, i salumi e i formaggi.
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Il Parco della Murgia Materana e i suoi segreti
L’evoluzione geologica della Murgia, costituita da rocce di origine sedimentaria, formatesi in ambiente marino e generate dall’accumulo di alghe e conchiglie, parte 80 milioni di anni fa, quando cicli di subsidenza e processi di cementificazione danno l’avvio alla formazione di un complesso di rocce cretaciche (calcari di Altamura) più antico e profondo, su cui poggia uno strato di calcarenite, la Calcarenite di Gravina, più recente, superficiale e friabile, che costituisce la Murgia Materana, nella quale si distinguono a occhio nudo resti fossili di animali marini.
L’azione erosiva del torrente Gravina combinata con i fenomeni di sollevamento terrestre, ha generato canyon, pinnacoli, vertiginosi crepacci e grotte che utilizzate come rifugio, hanno favorito la presenza dell’uomo preistorico.
Nelle grotte di tufo che costellano la Murgia si sono rifugiati nei secoli moltissimi monaci che le hanno splendidamente affrescate. Veri e propri
Matera col suo agro vanta ben 155 chiese rupestri, solo quelle censite, che sono tutte da esplorare con i loro tesori artistici.
I cenobi basiliani, fulcro della vita religiosa e contadina del passato
Ricavarono così, scavando nella roccia fra Matera e Montescaglioso (MT), chiese e cripte rupestri decorate con una moltitudine di affreschi bizantini che proiettano in un mondo denso di spiritualità fatto di santi e anacoreti, raccogliendo intorno ad esse la popolazione dei fedeli, divisa tra preghiera e lavoro dei campi, e dando impulso accanto alle attività religiose, alla coltivazione e trasformazione dei frutti della terra.
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A Matera il passato e il futuro sono a confronto
In tutto il materano sopravvivono molte attività artigianali del passato.
Fra queste la lavorazione della ceramica e della cartapesta. Molto caratteristici, infatti, sono i fischietti di Matera, in terracotta.
Allo stesso tempo, il materano punta al futuro con la ricerca scientifica in vari ambiti.
Uno di questi è rappresentato dal Centro di Geodesia spaziale dell’Agenzia Spaziale Italiana, che figura tra le principali strutture del settore nel Mezzogiorno, con attività di telerilevamento e geodinamica.
A questo riguardo, si consiglia di approfondire l’argomento alla pagina: Scoprire il territorio in tutte le sue risorse/Turismo culturale.
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Eventi attuali e tradizioni radicate
A Matera il Calendario eventi è molto ricco . Infatti, fra i tanti, “Gezziamoci”, con grandi nomi del jazz, “Womens Fiction Festival”dedicato alla narrativa femminile; il “Festival Duni”, dove la musica diventa regina; “Estate a Matera”, con accattivanti spettacoli.
Nei dintorni, caratteristico il Carnevale di Montescaglioso (MT), con simboli propiziatori e campanacci per scacciare il malanno e ricordare il ritorno delle greggi.
Per visite dimostrative nei vari laboratori artigianali e al Centro di Geodesia Spaziale, eventi e manifestazioni
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La Festa della Madonna della Bruna, vero e proprio tripudio popolare
La festa della Bruna è dedicata alla protettrice di Matera e viene festeggiata ogni anno il 2 Luglio in quello che è un autentico e suggestivo bagno di folla che invade tutta la città dei SASSI.
La festa, istituita nel 1389, comincia alle prime luci dell’alba con la “processione dei pastori” e prosegue nel pomeriggio con il corteo, dove l’effigie della Madonna viene condotta per le vie della città su un carro trionfale trainato da muli bardati.
Si tratta di una magnifica opera artistica adornata di scene e sculture di cartapesta ispirate a episodi biblici realizzata da artigiani della città, il cui ruolo viene tramandato di padre in figlio.
In serata il carro viene letteralmente assaltato e distrutto dalla folla in tripudio, desiderosa, come da tradizione, di portarsi a casa, ognuno nel suo piccolo, un pezzettino della sfarzosa creazione artistica (che verrà quindi costruita secondo altre forme l’anno successivo, in segno di protezione e buon auspicio.)
I Dintorni di Matera
A poca distanza da Matera, l’oasi WWF Diga di San Giuliano offre splendidi scenari.
Si tratta di un lago artificiale ottenuto con lo sbarramento del fiume bradano con una capacita’di oltre cento milioni di metri cubi di acqua e che rappresenta una suggestiva macchia d’azzurro, incorniciata da conifere, eucalipti e piante della macchia mediterranea, fra i paesaggi dorati dell’intorno.
Con aironi, cavalieri d’Italia, fischioni, cormorani, folaghe e numerose altre specie migratorie e’ un vero paradiso per gli amanti del birdwatching.
Giuliana la balena millenaria
Sulle rive del Lago di San Giuliano sono stati ritrovati i resti di una balena millenaria battezzata affettuosamente Giuliana.
Il fossile, esposto nel Museo Naturalistico nei pressi dell’Oasi, risale a più di un milione di anni fa, all’età pliopleistocenica, quando tutta l’area era ricoperta dal mare, e rappresenta un’incredibile scoperta in quanto lo scheletro di ben 15 metri, è praticamente intatto.
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I paesi della collina materana
La collina materana è un vero incanto con i suoi dolci paesaggi dorati punteggiati di masserie fortificate immerse nel nulla, e, in cui, fra l’altro, ci si può imbattere in piccole rarità quali la specie avifaunistica del “Falco Grillaio”, il più piccolo dei rapaci, raro in Europa, che ha trovato nella Murgia Materana il suo habitat ideale.
Fra Commende e Cavalieri
Anche il Materano, come altre sub-regioni della Basilicata, è stata terra di passaggio dei Crociati e porta tutt’oggi i segni indelebili lasciati dagli ordini cavallereschi.
Grassano (MT)
Venne fondato dai Cavalieri dell’Ordine di Malta e la sua Commenda era la più ricca della regione con ben 19 grancie alle dipendenze.
Molto particolari i “Cinti”, ossia chiese-cantina ipogee recanti simboli cavallereschi, proprio come il Santuario della Madonna di Picciano, nelle vicinanze di Matera, altro luogo legato ai Cavalieri-Crociati.
Offre tutta una serie di edifici nobiliari, fra i quali il seicentesco Palazzo Municipale e il Palazzo Materi. Inoltre, molto interessante la chiesa madre dedicata a San Giovanni Battista (XVI secolo).
Grottole (MT)
Fra boschi e “grotticelle”, Grottole deriva il suo nome da “Grotticelle” locali ancora oggi utilizzate dagli artigiani per creare vasi e brocche in argilla.
Da visitare i resti del Castello longobardo, edificato nell’anno 851, la chiesa di Santa Maria la Grotta, riconsacrata a San Rocco nel XVI secolo, la seicentesc chiesa madre e i suggestivi ruderi della chiesa dei Santi Luca e Giuliano, detta “La Diruta”, iniziata nel 1300 e mai completata.
Pomarico (MT)
A Pomarico, nei cui dintorni punteggiati di uliveti, vigneti e frutteti, sono stati ritrovati importanti reperti archeologici dell’Età Greco-ellenistica, da vedere sono il settecentesco Palazzo Marchesale e le chiese barocche di San Michele e di Sant’Antonio da Padova.
Il suo circondario offre molto per gli amanti della natura, soprattuto per la presenza del Bosco della Manferrara, che con i suoi cinquecento ettari, è l’ambiente ideale per diverse specie animali, fra cui il Picchio reale.
Montescaglioso (MT)
Con le sue opere d’arte, il paese, sito ad appena 19 KM dal Capoluogo, è uno dei capolavori artistici lucani.
In esso un eminente gioiello d’arte e’rappresentato dall’Abbazia di San Michele Arcangelo, fondata dai Monaci benedettini nell’xi secolo e ampliata e restaurata in seguito secondo splendide forme rinascimentali.
All’interno s’intersecano e si inseguono chiostri, portici, cellette, sistemi di raccolta per le acque,oltre alla sala del capitolo e la biblioteca splendidamente affrescate con dipinti del XVII secolo, alcuni dei quali attribuiti a Girolamo Todisco e alla sua scuola.
Miglionico (MT) e Irsina (MT) custodiscono autentici capolavori architettonici e artistici
Miglionico è noto per il suo Castello del Malconsiglio, che troneggia sull’abitato con la sua sagoma compatta, interrotta da sette possenti torrioni, del cui nucleo originario si ha testimonianza già in epoca longobarda.
Al suo interno riecheggiano ancora le cupe e sanguinolente atmosfere della famosa “Congiura dei Baroni”perpetrata nel 1485 contro Federico il Cattolico e conclusasi con l’uccisione dei congiuranti.
Dalla rupe su cui sorge, lo sguardo regna sovrano sulle bionde colline circostanti.
Fra i tetti del centro storico si innalza lo splendido campanile rinascimentale, decorato con interessanti bassorilievi, della chiesa Santa Maria Maggiore, eretta a partire dalla fine del XIV secolo. Al suo interno e’ conservato il meraviglioso tesoro d’arte del Polittico di Cima da Conegliano, composto da diciotto tavole, capolavoro vero e proprio eseguito dal maestro veneto nel 1499.
Irsina rappresenta, insieme a Miglionico, un ulteriore capolavoro artistico della Basilicata, importantissimo centro religioso e culturale nel medioevo e in epoca rinascimentale.
Ne e’diretta testimonianza la Cattedrale dedicata all’Assunta, il cui nucleo originario risale al duecento.
E’ inglobata nelle mura di cinta cittadine e per questo assume le sembianze di una fortezza.
La facciata barocca introduce ad ambienti altamente suggestivi, scrigno di pregevoli tele di scuola napoletana e opere uniche nel loro genere che compongono la cosiddetta “donazione de mobilia”, dal
cognome del prelato irsinese, rettore della chiesa di Padova, che a metà del XV secolo ne fece
dono alla città.
Fra queste una scultura a tutto tondo in pietra dipinta raffigurante Sant’eufemia, protettrice di Irsina, attribuita ad Andrea Mantegna, che a tutt’oggi rappresenta l’unica scultura mai ritrovata al mondo del
genio padovano, uno dei padri del rinascimento italiano.
Molto interessante è il complesso di affreschi trecenteschi della cripta della Chiesa di San Francesco. Mentre, al di fuori delle mura cittadine, altrettanto interessanti sono i “Bottini”, cunicoli sotterranei che tramite un sofisticato sistema idraulico garantivano l’approvvigionamento d’acqua al paese.
Per visite guidate, escursioni, esperienze e pacchetti vacanze nei paesi della collina materana