Cosa Vedere nella Val d'Agri

Cosa Vedere nella Val d’Agri:

benvenuti a tutti nel “Texas d’Italia”

Cosa vedere nella Val d’Agri? essa è quella parte della Basilicata attraversata dall’omonimo fiume, comprensorio della Basilicata dalle centinaia di sfaccettature e dagli ambienti diversificati.

Si passa, infatti, dalle aree tipicamente montane delle dorsali appenniniche ai paesaggi mediomontani, per giungere fino a quelli collinari caratterizzati da estesi uliveti e vigneti. E per di più, il petrolio, tanto, tanto petrolio (ad oggi ben 42 i pozzi sfruttati) che ne fa la risorsa economica fondamentale, che si assomma alle già notevoli risorse paesaggistiche e turistiche, rendendola un polo d’eccellenza, oltreché una delle aree più ricche della regione.

Cosa Vedere nella Val d’Agri:

sulle tracce della Lucania romana

Cosa Vedere nella Val d’Agri. Questa subregione, oltretutto, detiene uno dei più grandi giacimenti archeologici della regione, in quanto in essa vi fu fondato uno dei primi e importanti insediamenti di origine romana risalente al III secolo A.C. dal nome “Grumentum”.

L’intera vallata è stata teatro di battaglie fra Romani e Cartaginesi, descritte da Livio, nel 215 e 209 A.C. Un’area, quindi, potete facilmente dedurre, carica di memorie e ricordi che riaffiorano mentre si passeggia tra i resti dell’acquedotto e del foro, fra le fondamenta di un tempio, su tratti di strade lastricate da dove si possono ammirare le vestigia del teatro eretto alla fine del I secolo.

Un’area che attende solo di essere tutta scoperta!

I paesi che rientrano in questo comprensorio sono:

– Grumento Nova (PZ) – Viggiano (PZ)  – Laurenzana (PZ) – Anzi (PZ) – Abriola (PZ) Calvello (PZ) – Marsico Nuovo (PZ) – Corleto Perticara (PZ) – Tramutola (PZ) – Moliterno (PZ) – Sarconi (PZ) – Montemurro (PZ) – Spinoso (PZ) – Guardia Perticara (PZ) – San Martino d’Agri (PZ) – San Chirico Raparo (PZ) – Armento (PZ) – Marsicovetere (PZ) – Paterno (PZ) – Gallicchio (PZ).

Buona scoperta!!!

L’Alta Val d’Agri, dove scorrono “fiumi di polvere”

Cosa vedere in Basilicata:
L'Alta Val d'Agri
Cosa vedere in Basilicata:
L'Alta Val d'Agri

L’Alta Val d’Agri è verdi vallate e boschi lussureggianti, montagne solitarie da cui svettano borghi, resti archeologici di straordinaria bellezza, castelli e suggestivi santuari, che con laghi, fiumi e torrenti rendono quest’angolo di Basilicata un maestoso abbraccio fra cielo e terra.

“A chi torna dai santuari o dall’esilio, a chi dorme negli ovili, al pastore, al mezzadro, al mercante, la Lucania apre le sue lande, le sue valli dove i fiumi scorrono lenti come fiumi di polvere”.

Cosa vedere in Basilicata:
L'Alta Val d'Agri

E’ la descrizione che uno dei più noti poeti lucani, Leonardo Sinisgalli, nato a Montemurro (PZ) nel 1908, fa nella sua poesia “Lucania” di quest’angolo della regione a sudest di Potenza dove valli, fiumi, laghi e torrenti da secoli lentamente, si fanno strada fra le solitarie montagne che li attorniano in un maestoso abbraccio fra cielo e terra.

Perché la Valle dell’Agri, una delle più estese della regione, e la contigua e più piccola Val Camastra, aprono uno squarcio in quel tratto d’appennino che rappresenta uno dei grandi polmoni verdi della regione, luoghi che non a caso ricadono nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano – Val d’Agri – Lagonegrese, il più giovane dei parchi nazionali italiani ad essere istituito, nel 2007.

Cosa vedere in Basilicata:
L'Alta Val d'Agri

Il Parco, con i suoi quasi 69mila ettari di estensione, è un’autentica apoteosi naturalistica, con le sue vette fra le più alte dell’intero Appennino Meridionale e i suoi folti boschi di faggi, cerri, aceri, abeti, habitat perfetto per molte specie animali protette quali il lupo appenninico, la lontra, il gatto selvatico, la martora e lo scoiattolo meridionale, mentre nei cieli è molto comune incrociare con lo sguardo le traiettorie di diversi rapaci quali l’aquila reale, il falco pellegrino,  il nibbio reale, la poiana, oltre a gracchi corallini e gufi reali.

La sua estensione longitudinale e i suoi confini altamente frastagliati ne fanno un concentrato di paesaggi fra loro molto variegati fra valli, colline e massicce montagne. Il tutto incorniciato da boschi lussureggianti attraversati da antichi tratturi per la transumanza e punteggiati da suggestivi santuari e borghi silenziosi e guardinghi che, arroccati su speroni rocciosi, scrutano dall’alto l’orizzonte.

Luoghi nel cui sottosuolo scorre oro nero che si estrae da oltre dieci anni, teatro nei secoli, vista la posizione di collegamento fra Ionio e Tirreno (da qui passava peraltro l’antica via Herculia), di scontri fra civiltà, di cui riecheggiano ancora le gesta di antiche battaglie, come quella di Grumentum, oggi Grumento Nova (PZ), sul fiume Agri, fondata nella prima metà del IIIsecolo A.C.

Qui, nell’ambito della seconda guerra punica, si affrontarono nel 207 A.C. i Romani di Claudio Nerone e l’esercito dei Cartaginesi, capeggiato da Annibale che, nonostante i mastodontici elefanti, subì una dura sconfitta. Ed è proprio da qui che può partire il viaggio alla scoperta di lande che, dalle provvide distese pianeggianti salgono attraverso tortuose strade panoramiche a scoscese montagne, capaci di offrire sull’intorno vedute mozzafiato, e, dove nei secoli hanno spesso trovato rifugio monaci che per sfuggire alle persecuzioni saracene fondarono proprio su queste alture suggestivi luoghi di culto per dedicarsi alla vita contemplativa in atmosfere solitarie che potessero avvicinarli il più possibile a Dio.

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L’antica Grumentum, custode del III secolo A.C.

Cosa Vedere nella Val d'Agri

A pochi chilometri da Grumento Nova (Pz), un intricato saliscendi di vicoletti, gli straordinari resti dell’antica colonia romana di Grumentum.

L’area archeologica è una delle più importanti e meglio conservate del Sud Italia tanto da essere stata soprannominata “la Piccola Pompei della Basilicata“. 

Gli Scavi di Grumentum, Basilicata
Gli Scavi di Grumentum, Basilicata
Gli Scavi di Grumentum, Basilicata

In seguito alle continue incursioni saracene, la città fu abbandonata e i suoi abitanti trovarono rifugio sui monti circostanti dove fondarono nuovi villaggi e costruirono castelli e torri d’avvistamento tuttora esistenti.

Dell’antica città romana rimangono, invece, perfettamente visibili l’originaria struttura urbanistica a isolati regolari e i resti dell’acquedotto, del teatro, del foro, del tempio, di alcune abitazioni, delle terme e di un anfiteatro del I secolo A.C., a ridosso del Lago del Pertusillo.

Lago di Pietra del Pertusillo

Quest’ultimo, ricavato dalla costruzione negli anni Cinquanta di una diga che sbarra il fiume Agri, è uno degli invasi artificiali più grandi della regione con un’estensione di 75 chilometri quadrati e una capacità di 150 milioni di metri cubi d’acqua.

Una grande macchia azzurra che interrompe il verde di castagneti e faggeti che si spingono fino al pelo dell’acqua, oasi imperdibile per gli amanti del birdwatching.

Vi dimorano, infatti, folaghe, germani reali, moriglioni, cicogne bianche, cavalieri d’Italia, aironi cenerini.

 

Grumento Nova e i tesori archeologici e paleontologici

Il Museo Nazionale Archeologico dell’Alta Val d’Agri a Grumento Nova (PZ) custodisce al suo interno preziosi reperti, fra cui la testa marmorea di Livia, moglie d’Augusto, dell’antica colonia romana Grumentum.

E’ suddiviso in due sezioni, una inerente l’epoca preromana e l’altra focalizzata, invece, sul periodo romano. 

Nella sezione preromana è collocato anche un interessante nucleo paleontologico con importanti fossili animali di cui tutta l’area è ricchissima in quanto non bisogna dimenticare che la Valle dell’Agri in epoca preistorica era interamente ricoperta da un unico grande lago. 

Fra i fossili più interessanti zanne e molari di elefanti ed equinidi.

Per quel che riguarda, invece, i reperti archeologici, ce ne sono di svariati e molto interessanti a partire  dall’Età del bronzo e del ferro, passando poi per il periodo greco, fino ad arrivare , nella
sezione ad esso dedicato, a quello romano. Il percorso termina con i corredi tombali
tardoantichi e altomedievali portati alla luce presso un’area cimiteriale della zona.

 

Viaggio al centro della Terra

Parco Energia a Grumento Nova

In questa sub-regione della Basilicata, nota anche come “Il Texas d’Italia poiché essa rappresenta, infatti, il più grosso giacimento petrolifero della Nazione – è presente un Parco dell’energia che utilizza una delle risorse del territorio, il petrolio appunto, per creare un polo culturale e scientifico.

Sorge nel territorio di Grumento Nova (PZ) e propone un autentico viaggio al centro della Terra attraverso il quale si può conoscere la storia dell’energia e le nuove opportunità offerte dalle fonti energetiche alternative.

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La Val d’Agri, un paradiso dello sci e dell’escursionismo

L’Alta Valle dell’Agri e le montagne che la circondano se in tutte le stagioni si prestano molto bene a sport quali trekking, mountain-bike o passeggiate a cavallo, d’inverno si trasformano in un vero e proprio eden per chi ama gli sport sulla neve.

Il Monte Volturino e la Montagna Grande di Viggiano, infatti, sono muniti di ottime stazioni sciistiche con piste, sia per lo sci alpino che per il fondo.

Molto belle anche le piste di Sellata-Pierfaone- Arioso e Sasso di castalda (PZ).

Spostandosi verso il limite sud-ovest della Valle, anche gli impianti dei Monti del Sirino sono davvero accattivanti.  Ma la neve non è soltanto sci.

La Val d'Agri, un paradiso dello sci e dell'escursionismo
La Val d'Agri, un paradiso dello sci e dell'escursionismo

Chi preferisce la libertà e i silenzi della montagna e dei boschi imbiancati può, infatti, cimentarsi nell’escursionismo invernale con tranquille ciaspolate e sentieri da percorrere in slitta.

O ancora, gli splendidi scenari naturalistici intorno alla Valle si prestano straordinariamente a discipline sportive all’aria aperta quali trekking, mountain bike, arrampicata, passeggiate a cavallo e orienteering.

La Val d'Agri, un paradiso dello sci e dell'escursionismo
La Val d'Agri, un paradiso dello sci e dell'escursionismo

Per chi ama la cultura non sono, invece, da perdere i numerosi appuntamenti culturali, fra cui spicca la Rassegna Teatri di pietra, con rappresentazioni teatrali nella suggestiva cornice dell’Area archeologica di Grumentum.

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I Paesi montani dell’Alta Valle d’Agri, quote elevate e neve copiosa

Le solitarie montagne, solcate dagli antichi tratturi della transumanza, conservano luoghi mistici punteggiati da suggestivi santuari

Il borgo lucano di Abriola (PZ)

Abriola (PZ) è stata anticamente una roccaforte araba di cui rimangono i segni nei resti delle mura di cinta e di un’imponente torre.

Il borghetto sorge su un’altura  che sfiora i mille metri immersa in un contesto paesaggistico davvero impattante che in inverno si trasforma in un autentico paradiso per gli amanti dello sci e in primavera ed estate i luoghi ideali per passeggiate a piedi, in bicicletta o a cavallo; mentre, d’autunno si tinge delle mille tonalità di rossi, gialli, marroni ed aranci con sottoboschi ricchissimi di funghi e tartufi, oltre che di gustose castagne.  

Nel centro abitato la chiesa di Santa Maria Maggiore, il cui nucleo originario, anche se nei secoli
rimaneggiato, risale al XIII secolo e presenta all’interno diverse opere d’arte fra cui tele del Pietrafesa e di Giovanni Todisco, il più importante dei pittori rinascimentali lucani, che proprio qui ebbe i suoi natali.

Interessante anche la chiesetta dell’Annunziata, fondata nel tardo Medioevo e decorata all’interno con dipinti seicenteschi intorno ai quali sono visibili anche le tracce di precedenti affreschi.

A un paio di chilometri dal centro abitato, percorrendo a piedi una ripida e panoramica stradina sulle
pendici del Monte Pierfaone, il Santuario della Madonna di Monteforte, fondato nel’XI secolo e affrescato con bellissimi dipinti duecenteschi e cinquecenteschi, attribuiti, questi ultimi, a Giovanni Todisco.  

Rappresenta uno dei più frequentati luoghi mistici di questa parte della Basilicata e fa coppia col Santuario del Monte Saraceno, nei cui pressi  si trova anche, fra gole rocciose, la Grotta dell’Eremita, in posizione panoramica sulle montagne e i boschi.

 

I Todisco, una famiglia di grandi e prolifici artisti

Giovanni Todisco fu sicuramente il più importante dei pittori rinascimentali lucani che con i suoi affreschi  ha reso ancora più incantevoli alcuni dei gioielli artistici e architettonici della regione.

Nacque ad Abriola (PZ) ed operò brillantemente, soprattutto, nella seconda metà del ‘500 con la sua pittura fatta di colori sgargianti e aggraziate e armoniche composizioni.

Ebbe al suo seguito numerosi seguaci fra cui il figlio Girolamo, anche se alcuni lo indicano come semplice parente, che a sua volta operò proficuamente fra la fine del secolo e i primi decenni del ‘600.

Fra i luoghi dov’è possibile ammirare le loro opere:
Abriola, appunto, Anzi (PZ), Acerenza (PZ), Rivello (PZ), Oppido Lucano (PZ), Sant’Arcangelo (PZ), Senise (PZ), Vaglio di Basilicata (PZ) e Montescaglioso (MT).

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I silenziosi borghi che scrutano le verdi valli arroccati su speroni rocciosi

Fra archeologia e trekking

Armento (PZ)

Il borgo lucano di Armento (PZ)

Piccolo e caratteristico borgo, dove in località Serra Lustrante si estende un’importante area sacra risalente al IV secolo A.C.  su cui svetta il Santuario di Eracle.

Dalla ricca area archeologica della cittadina sono affiorati importantissimi reperti quali il Satiro inginocchiato e la Corona aurea di Kritonios, custoditi oggi nel Museo Archeologico di Monaco di Baviera.     

Marsicovetere (PZ)

Il borgo lucano di marsicovetere (PZ)

Con i suoi 1037 metri sul livello del mare è uno dei borghi più alti della regione capace di offrire vedute molto suggestive sulla Valle e diversi itinerari naturalistici per gli amanti del trekking. 

Paterno (PZ)

Il borgo lucano di Paterno (PZ)

Pur essendo sorto come comune soltanto nel 1973, vanta origini preistoriche con il suo insediamento della Civita risalente al XII-XI secolo A.C.  

Dal vicino Monte Amoroso si può godere una delle viste più spettacolari sulla vicina Certosa di San Lorenzo a Padula, in Campania.

Laurenzana e la Riserva dell’Abetina, culla dell’Abete bianco

Il borgo lucano di Laurenzana (PZ)
Il borgo lucano di Laurenzana (PZ)
La Riserva regionale dell'Abetina nel borgo lucano di Laurenzana (PZ)

Nel comune di Laurenzana (PZ) c’è la Riserva regionale dell’Abetina.

Si tratta di oltre trecento ettari di boschi con magnifici esemplari di Abete bianco con circonferenze anche di quattro metri, oltre a faggi e cerri che innevati riportano a suggestivi scenari nordici.

D’inverno, infatti, sono diverse le escursioni che vengono organizzate con gli sci da fondo, mentre, durante tutti gli altri periodi dell’anno la Riserva si presta moltissimo, con i suoi colori che cambiano a seconda della stagione, a numerose altre attività.

Dal trekking alle visite guidate alla scoperta della flora e della ricchissima fauna che vede fra gli altri, oltre al lupo, anche tassi, diversi rapaci e il raro picchio nero.

Al suo interno, presso il Rifugio Acqua della Pietra, anche il Centro ambientale Ecomuseo dell’Abete bianco, con spazi espositivi per andare alla scoperta dei segreti di questo gigante arboreo. 

Laurenzana, inoltre, è la patria del Beato Egidio, nato qui nel 1443.

Il paese è sovrastato dai suggestivi resti del castello cittadino del XIII secolo aggrappato a una profonda rupe.

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A Viggiano le antiche tradizioni e il culto della Madonna Nera

A Viggiano (PZ) le antiche tradizioni e il culto della Madonna Nera
A Viggiano (PZ) le antiche tradizioni e il culto della Madonna Nera
A Viggiano (PZ) le antiche tradizioni e il culto della Madonna Nera
A Viggiano (PZ) le antiche tradizioni e il culto della Madonna Nera

Attraversando radure e affascinanti punti panoramici si giunge a Viggiano (PZ), luogo mistico della regione che custodisce nella chiesa Madre la splendida scultura lignea del XIII secolo raffigurante la Madonna Nera, proclamata “Protettrice della Lucania” da Giovanni Paolo II nel 1991.

A Viggiano (PZ) le antiche tradizioni e il culto della Madonna Nera

A Maggio una suggestiva processione di dodici chilometri conduce a spalla l’effigie al Santuario della Madonna Nera, il più importante della regione, in posizione altamente panoramica, così com’è posto sulla sommità del Sacro Monte di Viggiano, considerato “vero Faro della fede”, a 1725 metri di quota. 

Qui resta fino a settembre per essere poi riportata in paese dov’è possibile ammirare i caratteristici portali in pietra sulle cui chiavi di volta sono spesso scolpiti strumenti musicali, segno dell’antica tradizione liutaria locale, famosa un tempo per la cosiddetta “Arpa viggianese” che oggi non si produce più. 

La statua di Santa Cecilia, protettrice dei musicisti, a ricordare la tradizione artistica legata alla musica del paese, e diverse altre opere artistiche.

E’ anche da vedere la cinquecentesca chiesa di Sant’Antonio, parte dell’ex convento  di Santa Maria del Gesù, edificato per i frati francescani nel 1478, decorata internamente con altari barocchi e una pregevole cantoria lignea risalente al 1500.

Infine meritano una visita anche la seicentesca, anche se in seguito rimaneggiata, chiesa di  San Sebastiano, i cui interni sono impreziositi da un Polittico seicentesco composto da cinque tele attribuite a Carlo Sellitto, e, i ruderi del Castello del XIII secolo che, dall’alto, domina con le sue torri tutto il borgo, offrendo una panoramica davvero molto suggestiva su gran parte della valle che si fa largo in lontananza, fra le massicce sagome delle montagne che la circondano.

L’Arpa non si produce più, anche se rimangono, comunque, diverse botteghe di artigiani che realizzano zampogne e le ciaramelle.

 

Viggiano e il Museo del Lupo

Immerso in una suggestiva faggeta,  a 1400 metri di quota, si trova il Centro educazione ambientale – Museo del lupo di Viggiano.

Si tratta del primo museo dedicato a questo mammifero in Basilicata dov’è possibile ammirare esemplari imbalsamati di lupo oltre a quelli di altri animali quali l’aquila, il tasso e la volpe.

All’interno della struttura si può consultare anche una ricca  bibliografia tematica dedicata alle aree naturalistiche della regione.

Il Lupo, in generale, e più nello specifico Canis lupus italicus, ovvero il Lupo appenninico, quello, cioè che popola prevalentemente le foreste e i boschi della dorsale appenninica, quindi anche quelle del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano – Val d’Agri -Lagonegrese e di altre aree. 

Molto nutrito anche il materiale audiovisivo disponibile che su richiesta può essere affiancato anche a visite guidate sul campo, per andare alla scoperta di questo affascinante animale, ancora oggi, nonostante le norme di tutela, perseguitato dai bracconieri e per questo non completamente al sicuro dal rischio estinzione.

Per escursioni guidate, esperienze Green, visite al Museo del Lupo e pellegrinaggi mariani a Viggiano

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Borghi-fortezza e resti archeologici: qui riecheggiano i fasti di antiche battaglie

Moliterno (PZ) assecondando il suo impianto medievale, appare come un suggestivo cumulo di case aggrappate all’altura su cui domina sovrana la massiccia sagoma del castello di origine normanna affiancata, poco più in basso, dalla chiesa Madre, edificata nel Settecento suuna preesistente struttura trecentesca.

Al suo interno diverse opere d’arte, fra cui un dipinto su tavola del XVI secolo di Simone da Firenze raffigurante San Pietro.

Interessanti, fra le altre, sono anche la rinascimentale, anche se rimaneggiata nel corso del Seicento, chiesa del Rosario, con all’interno diverse opere d’arte sei-settecentesche, un tempo parte di un monastero domenicano di cui rimane visibile il chiostro, e la seicentesca chiesa di Santa Croce. 

Poco fuori dal centro abitato, attraversato da suggestive stradine che si snodano fra numerosi palazzi nobiliari, si trova, in contrada Muraglie, la chiesa di Santa Maria di Vetere, risalente al Trecento anche se più volte ricostruita, che custodisce al suo interno frammenti di affreschi del XIV secolo insieme ad altri interessanti affreschi cinque-seicenteschi.

In Val d’Agri ci sono paesi di poeti e rivoluzionari

Il Borgo lucano di Montemurro (PZ)

Montemurro (PZ), patria di Leonardo Sinisgalli, sono da vedere le seicentesche chiese di San Rocco e dell’Assunta e il convento di Sant’Antonio da Padova. 

Il Borgo lucano di Spinoso (PZ)

Spinoso (PZ). Il piccolo centro storico, punteggiato da interessanti palazzi nobiliari settecenteschi, si affaccia sul Lago del Pertusillo con alle spalle lo splendido scenario offerto dal Sirino

Il Borgo lucano di Guardia Perticara (PZ)

Guardia Perticara (PZ) è un suggestivo borghetto, non a caso inserito nell’elenco dei borghi più belli d’Italia, che con le sue abitazioni tutte in pietra a faccia vista rappresenta un ottimo esempio di restauro conservativo.

Da vedere la  chiesa Madre di San Nicola di Bari, ricostruita nell’800, e la chiesa di Sant’Antonio, fondata nel Cinquecento. 

Il Borgo lucano di Corleto Perticara  PZ)

Corleto Perticara (PZ) fu, insieme con Montemurro (PZ) e Moliterno (PZ), centro propulsivo del Risorgimento lucano.

Nel borgo, che si trova in posizione panoramica sul circondario, la seicentesca chiesa Madre di Santa Maria Assunta col campanile e la cupola in stile arabo. 

Il Borgo lucano di San Martino d'Agri (PZ)

San Martino d’Agri (PZ) è un borghetto immerso nella natura da cui si può partire per diverse escursioni alla scoperta  di alcuni dei luoghi più significativi del Parco come la Murgia San Lorenzo e il Monte Raparo, ricoperto da folti boschi.

Nell’abitato da vedere il convento di Sant’Antonio e la chiesa di San Francesco (XVI secolo) che conserva  una Crocifissione affrescata dal Pietrafesa

 

Leonardo Sinisgalli, “l’ingegnere della poesia”

Leonardo Sinisgalli

“Al pellegrino che s’affaccia ai suoi valichi/a chi scende la stretta degli albumi/o fa il cammino delle pecore lungo la costa della Serra/al nibbio che rompe il filo dell’orizzonte /con un rettile negli artigli, all’emigrante, al soldato/a chi torna dai santuari o dall’esilio, a chi dorme//negli ovili, al pastore, al mezzadro, al mercante/la lucania apre le sue lande /le sue valli dove i fiumi scorrono lenti/come fiumi di polvere/ ….

Il sole sbieco sui lauri, il sole buono/con le grandi corna, l’odoroso palato/ il sole avido di bambini, eccolo per le piazze!/Ha il passo pigro del bue/ ….In un’aria vulcanica, fortemente accensibile/gli alberi respirano con un palpito inconsueto;/le querce ingrossano i ceppi con la sostanza del cielo/ …. io tornerò vivo sotto le tue piogge rosse tornerò senza colpe a battere il tamburo/a legare il mulo alla porta /a raccogliere lumache negli orti/vedrò fumare le stoppie, le sterpaglie, le fosse, udrò il merlo cantare/sotto i tetti, udrò la gatta /cantare sui sepolcri.”

Sono i versi della poesia “Lucania“, di Leonardo Sinisgalli, uno dei più grandi poeti lucani del ‘900 nato a Montemurro (PZ) nel 1908, che dopo essersi laureato in ingegneria, ci ha regalato versi di straordinaria intensità in cui si fondono profondi sentimenti e grande sensibilità artistica, non di rado pervasi di nostalgia per quella sua terra natia che la vita portò a lasciare ma a cui rimase sempre molto legato.

 

Un antico dipinto fra stalattiti e stalagmiti

Abbazia di Sant'Angelo a San Chirico Raparo )PZ)
Abbazia di Sant'Angelo a San Chirico Raparo )PZ)

Fra San Chirico Raparo (PZ), accovacciato su uno sperone roccioso con i suoi vicoletti su cui domina la sagoma della torre San Vito, e San Martino d’Agri (PZ) sorgono, sulle pendici del Monte Raparo, i ruderi della suggestiva Abbazia di Sant’Angelo, fondata nel X secolo dai monaci basiliani, dov’è ancora visibile, in un suggestivo contesto paesaggistico, la grotta originaria con un affresco dell’XI secolo raffigurante San Michele e un orante.

Si trova vicino a stalattiti e stalagmiti e gallerie e vasche che conducono alla cosiddetta Trigella (dal latino trigelida, molto fredda), una fonte che secondo la leggenda sgorga acqua soltanto  in primavera ed estate, prosciugandosi, invece, durante l’inverno.

Tra bianche piste ed assolate colline:

qui la varietà è proprio di casa

Sarconi (PZ) è un paese noto per i gustosi fagioli IGP che nelle fertili campagne che lo circondano si coltivano e a cui è dedicata ogni anno, nella seconda metà di Agosto, una grande sagra durante la quale  si possono gustare anche altri prodotti locali come miele e formaggi.

Ad accogliere il visitatore i resti dell’acquedotto romano, all’ingresso del paese, mentre, nel centro abitato meritano una visita la chiesa di Santa Maria Assunta, ricostruita nell’Ottocento su un preesistente
edificio del ‘500, e la seicentesca cappella di Santa Lucia.

Intorno al paesotto, un tempo parte dell’antica Grumentum, sono stati ritrovati numerosi reperti provenienti da sepolture di soldati cartaginesi e romani che anche fra queste lande si scontrarono durante la seconda guerra punica.

Atmosfere che ancora riecheggiano nell’aria, capaci di rendere ancor più affascinanti questi luoghi benedetti dalla natura.

Calvello e l’arte della ceramica

Il borghetto di Calvello (PZ), che da lontano offre un bellissimo colpo d’occhio con le sue abitazioni l’una a ridosso dell’altra e i suoi vicoli scoscesi, è noto per le botteghe di artigiani che lavorano la ceramica (faenza) secondo una tradizione che risale al Medioevo.

Fra i luoghi da visitare la chiesa di Santa Maria degli Angeli, che risale al ‘400 e all’interno è abbellita con affreschi quattro-seicenteschi, e soprattutto il convento di Santa Maria del Piano, del XII secolo, col suo chiostro decorato da affreschi del Seicento e la sua chiesa che custodisce all’interno una stupenda scultura lignea della Madonna del Piano, del 1300.

Su di esso svetta il Monte Volturino (1836 metri), il terzo più alto della Lucania dopo i giganti del Massiccio del Pollino, che raggiunge il suo punto più alto con la vetta Serra Dolcedorme (2267 metri), e del Monte Papa (2005 metri), appartenente quest’ultimo al Gruppo del Sirino.

Lungo le sue pendici si snodano rilassanti sentieri che attraversano folte faggete che d’inverno diventano ottime piste da sci insieme a quelle dei vicini monti di Viggiano (Pz), Arioso, Sellata-Pierfaone e, un pò più lontano, del Sirino.

Artigianato in Val d’Agri, fra ceramiche e zampogne

A Calvello (PZ) sono diverse le botteghe artigiane della ceramica (Faenza) secondo una tradizione che risale al Medioevo.

Viggiano (PZ) è noto per la tradizione liutaria e per gli artigiani che realizzano zampogne e ciaramelle. 

Un tempo vi si produceva la singolare Arpa viggianese; a Marsico Nuovo (PZ) e Paterno (PZ) sopravvive l’arte di intagliare il legno e intrecciare il vimini per realizzare utensili e singolari contenitori (fusciedd’) per conservare ricotte e formaggi locali.

I prodotti tipici dell’Alta Valle d’Agri

Terre di sconfinati uliveti e bontà gastronomiche

Se tutta l’Alta Valle dell’Agri è un‘apoteosi enogastronomica fra vini DOC, fagioli IGP, tartufi, mele, funghi e castagne, man mano che si segue il corso del fiume Agri verso est, ci si addentra nelle terre dell’olio, ottenuto dagli sconfinati uliveti che si sviluppano intorno a Missanello (PZ), Montemurro (PZ), Gallicchio (PZ), tutta la bassa Val d’Agri e la collina materana.

Danno vita all’ottimo olio extravergine ottenuto dall’oliva majatica e caratterizzato da sapore delicato e bassa acidità. 

A Gallicchio si producono anche eccellenti caprini, cacioricotta e pecorini che vale la pena provare.

Il paese sorge su una rupe attorniata da uliveti, appunto, e vigneti, oltre a rocce punteggiate da grotte, spesso utilizzate come depositi agricoli.

 

Ghiottonerie da gustare

Davvero tanti, quindi, i prodotti peculiari della Valle, da assaporare in colorate e affollate sagre e degustazioni.

Fra questi il vino DOC Terre dell’Alta Val d’Agri, ricavato da uve Merlot e Cabernet Sauvignon, i gustosi fagioli di Sarconi IGP, ottenuti con la loro pasta fluida, da ecotipi di cannellino e borlotto, il Canestrato di Moliterno e il Pecorino dal gusto intenso e dal colore grigio paglierino prodotto per 2/3 con latte ovino e per 1/3 con latte caprino e una stagionatura media di otto mesi.

 

Fra buona tavola e divertimento

Moltissime le ricette della ricca gastronomia local, come si può facilmente capire, a base delle svariate tipicità su elencate, in primis tartufi bianchi e neri, rafano, castagne, carni e salumi, oltre all’ottimo olio e ai Pupacc (Peperoni) di Tramutola (PZ).

Una fra tutte i cavatelli (pasta fresca) o i “Ferricieddi” con salsiccia del pezzente e rafano.

Per gli amanti di natura e divertimento, immerso nella vegetazione con scivoli d’acqua e piscine, l’Acqua Park di Tramutola.

Per escursioni guidate, parchi divertimento e Tour enogastronomici in Val d’Agri

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