Cosa Vedere nelle Dolomiti Lucane:
la forza e la magnificenza di una natura intatta
Cosa Vedere nelle Dolomiti Lucane? un territorio nel cuore profondo della Basilicata, assai idoneo per chi ama percorrere vie da altri poco battute, lungo il corso del fiume Basento, e, in cui, fra i picchi scoscesi ed erti delle favolose montagne dolomitiche, si inerpicano stradine sinuose, si arroccano antichi borghi e si elevano resti di castelli e roccaforti.
Cosa Vedere nelle Dolomiti Lucane:
Un tesoro di incalcolabile valore
Cosa Vedere nelle Dolomiti Lucane. Si tratta di un’area della Basilicata naturalisticamente superba che Vi conduce a scoprire mandrie di cinghiali, voli di rapaci, colori affascinanti, antiche leggende, endemismi unici e tanto, tanto altro ….
I paesi facenti parte di quest’area sono:
– Castelmezzano (PZ) – Pietrapertosa (PZ) – Accettura (MT) – Olivero lu cano (MT) – Garaguso (MT) – Calciano (MT)- Tricarico (MT) – Campomaggiore (PZ) – Cirigliano (MT) – San Mauro Forte (MT) – Trivigno (PZ) – Brindisi di Montagna (PZ)
Buona scoperta!!!
Il Parco di Gallipoli-Cognato:
un viaggio attraverso i Totem della natura ancestrale
Nel cuore della regione, fra maestose cattedrali di arenaria, borghi-presepe, esperienze adrenaliniche e sconfinate foreste, custodi di misteriosi complessi megalitici e antichissimi riti arborei, sembra un pò di fare un viaggio indietro nel tempo, a come doveva essere migliaia di anni fa il mondo con i suoi paesaggi selvaggi, mastodontici, incontaminati, sui quali la mano dell’uomo ancora non era intervenuta e la natura vergine si mostrava in tutto il suo carattere sublime e nella sua potenza.
E’ questa la sensazione che in qualche modo si prova nell’attraversare i luoghi che costituiscono il centro esatto della Basilicata, con i loro profili dagli andamenti quasi preistorici, in atmosfere pervase da un fascino primordiale. Sì, perché questo rappresentano le Piccole Dolomiti Lucane, veri e propri Totem alla maestosità della natura.
Pinnacoli rocciosi come guglie di cattedrali naturali si stagliano verso il cielo, lasciandosi ai piedi uno sterminato tappeto verde di boschi e foreste. Qui siamo a una trentina di chilometri a Sud-Est di Potenza e lo scenario è quello dello splendido Parco naturale Gallipoli-Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane, un concentrato di vertiginosi strapiombi, lussureggiante vegetazione e strette gole scavate dagli innumerevoli corsi d’acqua che lo percorrono. Fra questi il Basento, il maggiore dei fiumi lucani, il Salandrella e il Caperrino.
Una mastodontica e frastagliata cordigliera di arenarie cementate che, con il suo profilo, ricorda le aguzze forme delle più celebri Dolomiti alpine. A generarla quindici milioni di anni fa le ultime fasi tettoniche del Miocene medio, le stesse che hanno dato vita all’intero Appennino meridionale. A fare il resto ci ha pensato nei secoli l’azione erosiva degli agenti atmosferici combinata a quella di fiumi e torrenti, che hanno dato luogo, sempre nella stessa area, ai profondi anfratti nei pressi di Oliveto lucano (MT), alle gole del Basento, ai massi erratici (i giganteschi macigni spostati dai ghiacciai man mano che si ritirano) presenti un pò ovunque sul territorio.
Fra i giganti emersi dagli abissi oceanici spiccano la “Costa di San Martino”, con la vetta del Monte Impiso (1319 MT), la “Cresta Tavernaro” (1390 MT) e la “Montagna del Caperrino” (1455 MT). Intorno impenetrabili foreste di Cerri, Aceri, Castagni, Roveri, Carpini, Agrifogli, Tigli, Meli, Peri selvatici, fra le quali primeggia quella di Gallipoli-Cognato con i boschi di “Costa Cervitate”, della “Montagna del Caperrino”, di “San Domenico” e di “Serra Barcuta” e, poi, il bellissimo bosco di Montepiano, nei pressi di Accettura (MT), sede dell’Ente Parco, che è sicuramente il più esteso con i suoi 800 ettari.
Per visite guidate, escursioni e pacchetti vacanza nel Parco regionale di Gallipoli-Cognato
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Fra Masciare e filtri magici:
in queste contrade aleggiano affascinanti leggende popolari
Su queste contrade poco antropizzate aleggiano atmosfere misteriose che hanno alimentato nei secoli leggende popolari di strane creature come le “masciare” (streghe), per esempio, capaci di notte di togliere il respiro a chi dorme o preparare filtri magici con le tante erbe spontanee che crescono nella campagna.
Molte di queste sono tuttora utilizzate nella cucina locale e, secondo recenti studi botanici, rappresenterebbero una sorta di elisir di eterna giovinezza.
Non è allora forse un caso che qui vivano molte delle persone più longeve della Basilicata, un’ulteriore riprova della profonda conoscenza e del forte legame della gente del posto con la natura, le sue leggi e i suoi segreti, di cui si può andare alla scoperta anche attraverso apposite visite guidate.
Da ultimo, ispirato a un racconto popolare tramandato oralmente fra le generazioni e dall’immaginario collettivo dal titolo “Vito ballava con le streghe” di Mimmo Sammartino, si è pensato bene di attuare un progetto di valorizzazione di un vecchio sentiero contadino lungo circa 2 Km, che collega Pietrapertosa e Castelmezzano.
Tale percorso è noto col nome di “la Camminata delle sette pietre” e lungo il sentiero la narrazione si traduce in forme visive, sonore ed evocative e diventa una sorta di storia incisa sulla pietra.
Si compone di ben sette tappe, ognuna delle quali prevede uno spazio allestito che accoglie un’opera artistica rievocatrice ed una ambientazione sonora che regala ulteriori suggestioni alla magia della
natura che si svela.
In ogni tappa è proposta una parola chiave che restituisce il senso del racconto : “destini”, “incanto”, “sortilegio”, “streghe”, “volo”, “ballo”, “delirio”.
Lungo l’antico tratturo, il visitatore potrà fruire di tre percorsi in parallelo :
– La passeggiata letteraria: con la fruizione del paesaggio e del percorso tematizzato in compagnia di frammenti narrativi tratti dal testo “Vito ballava con le streghe”;
– il percorso “visionario”: con la scoperta di un itinerario articolato in sette installazioni artistiche che riprendono l’immaginario popolare condiviso;
-l’itinerario paesaggistico: teso a scoprire le peculiarità del paesaggio naturale lungo un percorso articolato su aree di sosta posizionate negli intervalli tra le diverse tappe.
Per visite guidate, escursioni e pacchetti vacanza nel Parco regionale di Gallipoli-Cognato
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Fra Castelmezzano (PZ) e Pietrapertosa (PZ),
due gemme nelle rocce, a due passi dal cielo
I due borghetti di Castelmezzano (PZ) e Pietrapertosa (PZ) si presentano come autentici presepi incastonati tra gli spuntoni rocciosi e li si raggiunge percorrendo lente stradine panoramiche che si attorcigliano fra le bizzarre sculture d’arenaria. Alcune hanno forme arcigne, altre più dolci e rasserenanti, e nei secoli la fantasia popolare si è divertita ad assegnare ad ognuna nomi quali l’Aquila Reale, l’Incudine, la Grande Madre, la Civetta, il Corvo, il Leone. Proprio per la loro inaccessibilità e per la posizione di dominio sull’intorno hanno spesso rivestito in passato il ruolo di inespugnabili roccaforti.
Castelmezzano, fu presidio normanno fra l’XI e il XIII secolo. Di quel periodo custodisce ancora i resti del suggestivo castello e anche qui, come in altri luoghi della Basilicata, che all’epoca delle Crociate fu un’importante tappa per il ristoro e la preghiera dei cavalieri diretti in Terra Santa, hanno lasciato segni del loro passaggio i leggendari Templari.
Sulla facciata laterale della chiesa matrice di Santa Maria dell’Olmo, di probabile origine duecentesca, è venuta, infatti, alla luce dopo alcuni lavori di restauro, una porta segreta rivolta verso oriente sormontata da un architrave triangolare in cui è scolpita una croce templare a otto punte, oggetto di studio da parte degli esperti in materia.
All’interno della chiesa ci sono diverse preziose sculture lignee della Madonna con bambino, di cui due del XIV e XV secolo, che dimostrano quanto fosse alto il culto mariano presso la popolazione locale e una bella tela seicentesca raffigurante La Sacra Famiglia, di Giovanni De Gregorio, detto “Il Pietrafesa“, nativo di Satriano di Lucania (PZ), in assoluto uno dei maggiori esponenti della cultura pittorica lucana, tra tardo manierismo e barocco.
Pietrapertosa, con i suoi 1088 Metri di altitudine è il paese più alto della Basilicata. Fu baluardo saraceno e ne rimane traccia nel quartiere arabo detto “L’ Arabata”, con le sue caratteristiche case munite di uscita secondaria sulle rocce che consentivano di fuggire in caso di pericolo, e, nei ruderi della Torre e dell’antico Fortilizio aggrappati fra cuspidi rocciose le cui cime possono essere raggiunte dai più temerari tramite piccoli gradini intagliati nella roccia.
Il panorama che si gode da lassù lascia veramente senza fiato e non a caso tutte le vette dolomitiche vennero spesso utilizzate anche dalle bande di briganti per nascondersi e perlustrare dall’alto i dintorni nella sanguinosa insurrezione post-unitaria che coinvolse tutto il sud Italia. Fra gli anfratti più inaccessibili
nidificano, invece, nibbi reali, gheppi e falchi nelle cui traiettorie perfette è facile imbattersi.
A tutta adrenalina con il Volo dell’Angelo
Per gli amanti delle emozioni forti, le Dolomiti Lucane offrono la possibilità di fare un’esperienza unica e indimenticabile.
“Il volo dell’angelo” è, infatti, un impianto che in Europa non ha pari e consente, imbracati a pancia in giù a due cavi d’acciaio che collegano i borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa di sorvolare sospesi anche a 400 Metri di altezza boschi e profondi burroni dolomitici.
Ogni tragitto dura circa un minuto e la velocità può toccare anche i 120 Km orari.
Numeri che forse fanno rabbrividire ma che non devono scoraggiare a priori perchè il volo si svolge in assoluta sicurezza, garantita da personale e impianti all’avanguardia, e la ricompensa è davvero molto alta.
Per visite guidate, escursioni, esperienze, attività all’aria aperta e pacchetti vacanza a Pietrapertosa e Castelmezzano
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Le Dolomiti Lucane fra riti arborei, natura, sport, medioevo e magia
Le feste del “Maggio” fra sacro e profano
Ad Accettura (MT), Castelmezzano (PZ), Pietrapertosa (PZ) e Oliveto Lucano (MT) si svolgono ogni anno durante tutta l’estate suggestivi riti arborei conosciuti come le feste del “Maggio”.
Si tratta di rituali propiziatori la cui origine pagana si perde nella notte dei tempi e su cui sono stati innestati nei secoli significati e simboli cristiani.
Celebrano l’unione di due alberi, un enorme faggio (il “Maggio” appunto che rappresenta il maschio) e una “Cima” (un agrifoglio), regina della foresta e simbolo di fertilità, che vengono abbattuti, trasportati con i buoi in paese, innestati l’uno all’altro e innalzati al cielo in una sorta di sposalizio allegorico che congiunge la terra e il cielo, fonte di ogni fecondità.
Le feste si svolgono sempre fra Maggio e Settembre, anche se le date precise possono variare di anno in anno.
Andare per sentieri
Molte le opportunità per gli amanti dell’escursionismo a piedi, a cavallo o in mountain bike.
I sentieri sono ben segnalati e adatti sia a principianti che a escursionisti esperti.
Sulle guglie dolomitiche, invece, sono diverse le possibilità e i percorsi per i cultori dell’arrampicata.
Transumanza e carnevale
Tricarico (MT), con Cirigliano (MT) e San Mauro Forte (MT), è noto per il suo Carnevale con maschere zoomorfe che rimandano alla tradizione della Transumanza.
Il 17 Gennaio, festa di Sant’Antonio Abate, e la domenica prima delle ceneri, Tricarico diventa teatro di una delle manifestazioni più suggestive della regione che ha richiamato in passato l’attenzione di personaggi quali Carlo Levi, Rocco Scotellaro ed Ernesto De Martino.
Natura in mostra
Ad Accettura (MT), in località Palazzo, sede dell’Ente Parco, il Centro Visite Palazzo ospita un museo naturalistico con annesso orto botanico.
Non lontano il Centro visite Pian di Giglio con una sala espositiva dedicata al lupo e una riserva con daini e cervi.
Nel centro abitato di Accettura, invece, il Museo dei riti arborei propone un percorso alla scoperta di questi rituali propiziatori.
Medioevo e magia
Brindisi di Montagna (PZ) a fine Ottobre ospita le “Giornate Medievali” con cortei di dame e cavalieri.
Tra i resti del borgo antico di Campomaggiore (PZ), prende vita la “Città dell’utopia” in un grande affresco spettacolare dalle suggestioni oniriche.
Un attrattore unico, con rappresentazioni acrobatiche, incastonate all’interno di una linea
poetica di particolare impatto e fascinazione.
Per escursioni guidate, esperienze, attività all’aria aperta, spettacoli e manifestazioni
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Cirigliano, fra adrenalina e avventura
Cirigliano (MT), minuscolo paese di poco più di 400 anime, possiede uno dei più famosi parchi di attrazioni avventurose della regione, denominato Parco Avventura Lucania Outdoor, in località Acqua Furr, immerso in uno dei boschi più belli del circondario, caratterizzato da cerri alti anche più di 20 metri.
Si tratta di un parco acrobatico sospeso nell’aria dove si possono sperimentare, in tutta
libertà e immersi completamente nella natura, grandi emozioni e divertimento.
Il parco propone diversi percorsi che si snodano sempre in totale sicurezza, secondo tre livelli di difficoltà, adatti anche ai bambini, costellati da ponti tibetani, passerelle, scale, teleferiche, liane di tarzan, reti di corda, piattaforme con un’altezza da terra che varia da mezzo metro, per i più piccini, fino a oltre 10 metri.
Presente, ovviamente, anche un percorso di pratica nel quale vengono insegnate da un istruttore le tecniche elementari necessarie per poter poi passare ai percorsi veri e propri.
Adiacente al percorso avventura anche un campo per il tiro con l’arco e un’area pic-nic molto ben attrezzata.
Per prenotazioni biglietti per il Parco Avventura e attività all’aria aperta
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A Brindisi di Montagna, per vivere come in un film sul brigantaggio
A Brindisi di Montagna (PZ), nella Foresta Caterina Grancia, ha sede il Parco Storico Rurale e Ambientale della Basilicata, dove d’estate prende vita il maestoso Cinespettacolo “La storia bandita“, la più grande performance multimediale italiana di teatro popolare.
Un’ora e mezza fra cinema e teatro che con l’ausilio delle più moderne tecnologie da allo spettatore la sensazione di partecipare in prima persona alla scena, in una sorta di film dal vivo che prende forma sotto i suoi occhi.
Tremila i posti a sedere e 25mila i metri quadrati su cui 400 figuranti in costume, 35 danzatori, 18 cavalieri si muovono fra puntuali ricostruzioni scenografiche, musiche d’impatto, schermi d’acqua, effetti speciali che simulano esplosioni, incendi, battaglie.
Un autentico salto nel passato negli anni delle insorgenze tra il 1799 e il 1861, quando le foreste brulicavano di briganti, gendarmi francesi e piemontesi, contadini stanchi di subire l’oppressore di turno.
Una grande narrazione epica del brigantaggio, dunque, troppo spesso liquidato come episodio criminale, in realtà ribellione alla secolare oppressione subita.
Sui nove ettari del Parco anche numerose altre attrazioni.
Per partecipare allo spettacolo multimediale “La Storia bandita”
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A Tricarico rivive col carnevale il fascino della transumanza
Tricarico (MT) è un grazioso borgo arabeggiante poco fuori del perimetro del Parco Gallipoli Cognato, al cui interno sono ben riconoscibili elementi di matrice araba come stretti vicoli ciechi, orti saraceni e giardini terrazzati.
Inoltre, in esso spiccano la Torre Normanna (IX-X secolo), la Cattedrale dedicata all’Assunta, rimaneggiata, ma risalente al 1061, e il Convento di Santa Chiara, ricavato nel 1333 in un preesistente castello, conl’annessa cappella del Crocifisso, affrescata dal pittore seicentesco Pietro Antonio Ferro.
Il rinascimentale Palazzo Ducale ospita la Mostra permanente “Una via di transito dallo Ionio al Tirreno”, testimonianze archeologiche del Medio Basento”, con reperti provenienti in massima parte dall’area archeologica della Civita di Tricarico, che si estende su una superficie di circa 50 ettari sulla quale sorgeva un centro fortificato risalente alla seconda metà del IV secolo A.C. caratterizzato da tre circuiti murari concentrici a blocchi squadrati.
Molto suggestivi i rioni Rabatana e Saracena di chiara impronta musulmana.
Inoltre, nel Carnevale di Tricarico, uno dei più famosi della regione, sfilano maschere allegoria di tori e mucche, che si rifanno chiaramente all’antica tradizione della transumanza.
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Fra i boschi del Monte Croccia misteriosi megaliti di una Stonehenge tutta lucana
Fra Accettura (MT) e Oliveto Lucano (MT), il cui abitato è dominato dai ruderi di un Castello feudale e dalla chiesa cinquecentesca dell’Assunta, si trovano immersi nei boschi, sulla cima del Monte Croccia (1149 M), i resti dell’antica città fortificata di Croccia Cognato, fondata da popolazioni di origini sannitiche fra il VI e il IV secolo avanti Cristo.
Perfettamente conservati sono alcuni tratti dell’imponente cinta muraria realizzata con grossi blocchi di pietra squadrata.
Poco fuori delle mura della città si trova la Grotta di Pietra della Mola (“Petra de la Mola”) dove sono stati rinvenuti reperti risalenti al Neolitico e misteriosi complessi megalitici che un’equipe di archeologi, astronomi, geofisici e geologi ha recentemente individuato come una sorta di Stonehenge lucana.
Pare, infatti, che gli enormi massi che si trovano nell’area siano perfettamente allineati alla posizione del sole a mezzogiorno e al tramonto nel solstizio d’inverno e segnalino con precisione solstizio d’estate ed equinozi.
E’ quindi probabile che questo complesso megalitico fosse utilizzato come un “calendario di pietra”.
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Campomaggiore, il borgo-fantasma,
gioiellino di avanguardia sociale
Campomaggiore Vecchio (PZ), abbandonato nel 1885 in seguito a una frana, sorge a circa 4 chilometri a nord-est del nuovo centro abitato, ed è considerato un piccolo gioiello d’avanguardia sociale dall’impatto scenografico davvero notevole, con le sagome dei suoi ruderi che si stagliano contro il cielo nel suggestivo paesaggio agreste che lo circonda.
La sua struttura urbanistica che segue le geometrie regolari di una pianta perfettamente a scacchiera, fu ideata infatti nel 1741 sulla base delle teorie utopistiche dei pensatori illuministi Charles Fourier e Robert Owen, dall’architetto Giovanni Patturelli, allievo di Luigi Vanvitelli (progettista della Reggia di Caserta).
Al fianco della chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo e del Palazzo Baronale, uno di fronte all’altro, la grande Piazza dei Voti a fare da cerniera con le circostanti aree residenziali e le infrastrutture produttive e di servizio.
L’intero abitato fu progettato per ospitare milleseicento abitanti e dar vita, proprio secondo le teorie che ne erano alla base, a una convivenza perfetta anche grazie all’Editto del Conte Rendina, che ne volle la costruzione.
Questo assegnava a chiunque si fosse trasferito nel nuovo paese un alloggio e un terreno da coltivare.
L’obiettivo, infranto, poi, purtroppo dalla sorte avversa, era creare quindi un paese utopico dove non ci fossero più poveri.
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Golosità gastronomiche
Fra i prodotti tipici funghi, tartufi, frutti di bosco, salumi e formaggi come il “Casieddo”, fatto con latte di capra e stagionato in foglie di felci, e il Caciocavallo podolico.
Ottime le carni del Suino nero diTricarico, della Bovina podolica e dell’Agnello delle Dolomiti Lucane.
Molto buone le paste fresche condite con sughi di selvaggina.
Da provare la rafanata (frittelle di carnevale a base di rafano) e le “crostl” (crostole), dolci nuziali con origano e miele.
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