Lagonegro e la Gioconda:
il paese della Valle del Noce custode di leggende
Lagonegro e la Gioconda: un binomio e un mistero che non finisce di avvincere. Lagonegro (PZ) è un piccolo comune situato nella splendida cornice dell’area “Maratea-Sirino” e nasconde una storia avvolta in un’aura di mistero degna del romanzo di Dan Brown. Tale è la strana vicenda legata alla Gioconda, il celebre capolavoro di Leonardo da Vinci, che secondo alcune teorie poco conosciute, avrebbe un legame segreto con questa terra.
Intrighi e ipotesi attorno a questa figura tessono un incrocio affascinante tra arte, storia e leggende che hanno attraversato i secoli. In pratica, una piccola comunità lucana legata all’enigma di un sorriso che ha affascinato il mondo intero.
Lagonegro e il suo territorio
Lagonegro è situato all’altitudine di 666 M s.l.m., alle pendici del Monte Sirino, in una posizione che fa pensare ad un suggestivo anfiteatro naturale. Il clima piuttosto piovoso della zona (qui si registrano i valori massimi dell’intera regione, con punte di 3400 mm di pioggia), ha contribuito a sviluppare un paesaggio naturale molto rigoglioso. La sua fitta vegetazione ha consentito la creazione di un ambiente addirittura “esotico”: nel Parco zoologico (a soli 2 Km dal paese) abitano specie animali provenienti da altri continenti tra cui il leopardo che è riuscito a riprodursi in cattività.
Lagonegro è raggiungibile percorrendo l’A3, direzione SA, uscita Lagonegro Sud ed in direzione RC, uscita Lagonegro Nord.
Lagonegro: note storiche
Da sempre la cittadina ha giocato un ruolo strategico per tutto il territorio circostante. La sua storia è un avvicendarsi di varie dominazioni, ma molti momenti del suo passato rimandano alla sua forte vocazione di città libera. Uno, in particolare, merita più di tutti di essere citato: nel 1551 la città, per riscattare la propria libertà, paga alla famiglia napoletana Carafa, proprietaria del feudo di Lagonegro, il prezzo di 14.000 ducati. Liberandosi dal potere feudale, ottiene dal Re il privilegio di diventare Università (città autonoma rispetto al feudo ed alla chiesa) e di essere incorporata nel Regio Demanio.
Il suo antico nome “Lacus Neruli”, legato alla presenza, poco lontano, di un lago circondato da una fitta ed ombreggiante vegetazione, viene sostituito da questo momento, pur se soltanto nei documenti ufficiali, in “Lacusliber”.
Lagonegro e la sua arte
Lo stemma sull’antica Porta di ferro, su cui appaiono San Nicola e l’Arcangelo Michele, reca la data del 1551, in ricordo di quegli eventi. La Cattedrale di Lagonegro intitolata a San Nicola, nei pressi del Castello, è stata realizzata in stile romanico e pianta a forma irregolare intorno al X secolo. Al suo interno sono ammirabili la scultura lignea della Vergine e San Giovanni attribuiti ad Antonello Persio, la tela Madonna col bambino e Ss. Caterina e Lucia del pittore azzolino ed il pregevole Crocifisso ligneo del XV secolo.
La straordinaria bellezza della chiesa di Sant’Anna, con facciata in stile rinascimentale arricchito da elementi barocchi, ha fatto sì che quest’ultima fosse citata nell’elenco dei Monumenti d’Italia.
La chiesa del Rosario è la più antica di Lagonegro: fu costruita nel 1005 sulle rovine di un tempio pagano dedicato a Giunone. In questa terra, molto frequentata tra il IX e il X secolo dai Monaci (un’altra ipotesi etimologica, infatti, farebbe risalire il nome dialettale del paese “Lavranivra” a “laura”: tipo di residenza abitata dai Monaci bizantini), sono presenti due monasteri: quello di Santa Maria degli Angeli e quello dedicato a San Francesco.
Il paese si sviluppa intorno alla Piazza Grande (“u chianu”) con la bella fontana del 1813; nei pressi, i bei palazzi De Servio, Gallotti e Corrado con fregi, rosoni e lesene in stile barocco.
Lagonegro e la sua archeologia
Il territorio di Lagonegro è stato sinora avaro di testimonianze archeologiche: fa eccezione soltanto la Grotta del Fortino (o del Cervaro), dove sono stati rinvenuti, all’inizio del Novecento, resti scheletrici e materiali risalenti all’Eneolitico, epoca in cui la cavità fu probabilmente usata per il seppellimento dei morti.
Per il resto, si ricorda il ritrovamento di monete di età romana avvenuto agli inizi del Novecento nell’attuale piazza principale del paese.
Lagonegro e le sue tradizioni
Oltre ai tradizionali riti in onore del Santo Patrono, una devozione molto sentita è espressa dai Lagonegresi alla Madonna del Sirino.
Il Santuario di Santa Maria della Neve è stato edificato sulla vetta del monte intorno al 1630 ed il culto tributato alla Vergine pare sia ispirato al miracolo avvenuto a Roma nel 355 D.C. quando, apparsa in sogno ad un patrizio romano, dopo una nevicata in piena estate, la Madonna chiese che fosse edificata in suo onore la Basilica di Santa Maria Maggiore all’Esquilino.
Nel Santuario lagonegrese, dalla forma molto semplice, è ammirabile un dipinto del Cascini, raffigurante la Madonna con in braccio il bambino e nel palmo della mano il Monte Sirino.
Lagonegro e il mistero della Gioconda
Un altro culto , non di tipo religioso, è dedicato alla donna di un ricco mercante di Firenze che, diretta in Calabria nel 1506 per un viaggio d’affari del suo accompagnatore, perse la vita proprio a Lagonegro a causa di una violentissima febbre: Monna Lisa.
La moglie del signor Francesco del “Giocondo”, resa celebre in tutto il mondo dal dipinto di Leonardo Da Vinci, avrebbe la sua tomba fra le rovine del Castello.
E, infatti, in giro per il paese, si può osservare come il nome Monna Lisa sia molto evocato, alcuni negozi e attività lo riportano sulle loro insegne. E finanche, il celebre cantante e musicista Pino Mango, nativo proprio di Lagonegro, ha decantato la sua figura intitolando una delle sue più belle canzoni proprio “Come Monna Lisa”.
Spetta a Voi visitare Lagonegro e indagare per scoprire l’arcano!!!!
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