Vedere Guardia Perticara: borgo medievale che è un autentico gioiellino architettonico
Vedere Guardia Perticara per rimanere sbalorditi davanti a tanta bellezza. Cerchiamo, quindi, di far luce su un paese piccolissimo (appena 570 abitanti), ma di una bellezza incredibile, per molti ancora sconosciuto, facente parte di quell’area della Basilicata nota come la “Val d’Agri”, ma che merita certamente di essere scoperto e apprezzato.
Guardia Perticara (PZ) è, infatti, un delizioso borgo dell’entroterra lucano, arroccato su una collina che domina la Valle del fiume Sauro e che rientra a pieno titolo nel Circuito dei Borghi più belli d’Italia. Nel 2011 ha conseguito al Bandiera arancione, marchio di qualità turistico-ambientale riconosciuto dal Touring Club Italia.
Paese dalle origini antichissimecon testimonianze che risalgono al V secolo A.C. quando abitarono in questi luoghi gli “Enotri”. A partire dagli anni ’80 è stato completamente ristrutturato e la peculiarità architettonica delle pietre a faccia vista oggi lo identificano come “Il paese dalle case in pietra”.
Vedere Guardia Perticara – Il territorio
Vedere Guardia Perticara a iniziare dal suo suggestivo circondario. Quelle del Bradano, del Basento, del Sauro, dell’Agri e del Sinni sono, infatti, le maestose vallate che disegnano la morfologia della Basilicata. Fra loro sono divise da lunghe creste di colline, verdissime nella primavera, bruciate dal sole in estate e intaccate da creste, gobbe e nudi calanchi argillosi.
La dorsale della Serra è una di queste. Dalla sua sommità i panorami sono estesissimi, abbracciano il Pollino e lo Jonio, i monti della Maddalena e le Dolomiti Lucane. Lungo uno sprone di questa dorsale che scende verso la Valle del Sauro, a circa 700 MT d’altezza, si trova Guardia Perticara.
Le sue terre stanno tutto attorno e anche sull’opposto versante della Valle. Sono greti ghiaiosi, lame di argilla, ma anche campi coltivati, pascoli, boschi di macchia e di alto fusto. Nell’insieme un paesaggio variato e dagli aspetti contrastanti che il mutare delle stagioni nel corso dell’anno, esalta o attenua.
Vedere Guardia Perticara – Il paese
Vedere Guardia Perticara nel suo centro abitato. Si dice che ci sono paesi, piccoli paesi, che basta guardarli perché ci raccontino la loro storia. Bene, Guardia Perticara è uno di questi. Innanzitutto, la posizione. Sistemato sul saldo dorso di un colle proteso sul versante sinistro della Valle del Sauro, esso prende la luce del sole, sta lontano dai nemici d’un tempo e dalle insidie della natura. Poi, con la sua struttura, con due prominenze urbane: quella del castello, la più elevata e la più difesa, e, quella della chiesa, più bassa e aperta con spine di cas che scendono la pendice del colle.
In questo paese la pietra è l’icona di una tradizione millenaria. Il borgo antico interamente rivestito nell’aspetto di pietra a vista, che forma un tutt’uno armonico, esibisce ogni sorta di elemento decorativo, eseguito con grande maestria da sapienti mani: portali scolpiti, archi, mensole, balconi, emblemi, iscrizioni e mascheroni beneaugurali.
Guardia Perticara ha subito la furia del terremoto del 1980, dopociché è rinata e oggi si mostra in tutta la sua intima bellezza.
Tenacemente aggrappato alla terra, come il cuore dei suoi abitanti, esso offre al visitatore l’atmosfera di un borgo storico, magistralmente restaurato nelle sue architetture. Un appassionato invito, quindi, a visitarlo!
Vedere Guardia Perticara – Le vicende dei secoli
Vedere Guardia Perticara per fare un viaggio a ritroso nel tempo. Furono gli asceti basiliani, nel X secolo, a scoprire il paesaggio dell’Alta Valle dell’Agri e del Sauro. Nella scomparsa cittadina di Turri, da cui, secondo la leggenda, discesero gli abitanti di Guardia Perticara, vissero da eremiti Luca d’Armento e Vitale da Castronuovo, dando vita a luoghi di preghiera.
La ricerca archeologica ci dice di presenze umane più remote, con necropoli, esistenti fra l’VIII e la metà dl V secolo A.C. che hanno lasciato raffinati corredi funebri. Secondo il geografo greco Strabone furono gli Enotri a popolare le zone interne della Basilicata, a ridosso delle valli fluviali. Il nome del borgo compare la prima volta in un atto angioino del 1306 e fa da preludio a una lunga serie di assegnazioni feudali, fra cui quella alla famiglia dei Carafa.
Alle sottomissioni si alternarono le pestilenze – tremenda quella del 1657 – i danni dei terremoti e, nel XIX secolo, l’esodo migratorio. La rinascita corrisponde al dopo terremoto del 1980, avvenuta attraverso il recupero del centro storico, esemplare per rispetto delle preesistenze e delle tipologie tradizionali.
Vedere Guardia Perticara – Il Centro storico
Vedere Guardia Perticara per ammirare un’architettura e urbanistica veramente mirabili. La conformazione urbanistica del paese attiene a tre fasi di fondazione. Un primo insediamento fortificato si stabilì in forma concentrica sulla collina del castello, attorno al X-XI secolo; ad esso fece seguito una fase di espansione, di epoca normanna e sveva (XI-XIII secolo), con la formazione del nucleo oggi disposto accanto alla chiesa madre e lungo la parte esterna dei bastioni di occidente. L’ultima fase, fra il XVII e XIX secolo, interessò il dorso dello sprone collinare con una disposizione lineare di palazzine di nobile aspetto (attuale via Garibaldi), oltre alla formazione del rione Casale, sulla pendice sud-occidentale del colle.
Sulla via Garibaldi, la rettilinea via d’accesso al centro storico, s’impostano le case del borgo “fuori le mura”, ovvero “a nunziata”. Si tratta, in alcuni casi, di nobili palazzi che si distinguono dall’edilizia comune per particolari decorativi. Il disegno allungato del borgo ha un rigonfiamento all’altezza di Piazza Vittorio Veneto dove campeggia il monumento ai caduti. Il castello e le case più antiche si radunano intorno al colle che fronteggia la piazza. Una porta spalanca il cammino nella storia di un paese di remota nascita.
La via dei Carbonari, s’insinua tra le facciate di basse case in pietra, manda a destra e a sinistra vicoli e scalette che, sul fondo, si aprono a terrazzo sui Calanchi e sul bianco greto della vallata. L’itinerario porta, infine, in Piazza Europa, lo slargo “nobile” del borgo con la chiesa, la fontana e il palazzotto padronale. Si notino i filaretti di coppi sul sottogronda delle case: le cosiddette “romanelle”.
Per l’atmosfera la piazza fu scelta da Francesco Rosi nel 1979 per diverse riprese del film “Cristo si è fermato ad Eboli”, con Gian Maria Volontè, di cui resta ancora oggi il vivido ricordo in un pregevole Murales all’ingresso della parte antica, in quanto il paese è idoneo anche come set per diversi cineasti. Difatti, anche nel 2010 fu nuovamente utilizzato per una delle tante location del famoso “Basilicata Coast to Coast” di Rocco Papaleo.
Vedere Guardia Perticara – I Monumenti
Vedere Guardia Perticara nei suoi più rappresentativi monumenti religiosi e civili.
Palazzo Montano
E’ la sede espositiva della Civiltà Enotria, dagli antichi visitatori italici della regione lucana. Vi sono esposti i reperti venuti alla luce nella necropoli degli immediati dintorni del paese.
La chiesa di Sant’Antonio
Fu edificata fra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, venne patrocinata da Ascanio Cataldi, principe di Brindisi dopo il ritrovamento del figlio disperso. Il nobiluomo vi è qui sepolto e un bassorilievo lo raffigura sul coperchio tombale.
All’interno vi sono due sculture di legno, due leoni in pietra del XVI secolo e due dipinti: l’Annunciazione di B. Guarnacci (1751) e l’Immacolata di autore anonimo (1857).
La chiesa madre di San Nicolò Magno
Ricostruita per due volte a seguito dei terremoti, ha sul portale un bassorilievo in pietra con la figura di San Nicola (XVII secolo). All’interno è esposta una coeva statua in legno di San Nicolò Vescovo e un dipinto con la Vergine, San Gioacchino, Sant’Anna e San Giuseppe.
Vedere Guardia Perticara – L’archeologia per la comprensione della Civiltà Enotria
Vedere Guardia Perticara significa anche entrare in contatto con quella che è stata la popolazione indigena del territorio lucano prima dei vari arrivi di popoli invasori.
La necropoli di Guardia Perticara, che si sviluppa sulle pendici di Contrada San Vito, ha restituito nel corso degli scavi imponenti testimonianze della vita degli Enotri databili fra l’VIII ed il V secolo A.C.
Il corredo funerario tradizionale prevede in un primo tempo (VIII sec. A.C.) il grande contenitore accompagnato dal vasetto per attingere, le cui decorazioni consistono in semplici motivi geometrici quali quello detto “a tenda elegante” . In tale periodo compaiono ricchi ornamenti femminili bronzei come i copricapo-diadema di matrice balcanica.
Nel corso del VII sec. A.C. nel corredo funerario ci sono vasi di influenza greca, che divengono sempre più numerosi nel corso del secolo successivo, quando gli artigiani ceramisti di Guardia Perticara producono ceramiche con forme vascolari e motivi decorativi di grande originalità. Tra il VII e gli inizi del VI secolo A.C. si diffondono gli ornamenti femminili in bronzo, ambra e pasta vitrea, come la preziosa parure della tomba n. 514.
Nelle produzioni ceramiche locali si diffondono i cosiddetti “Kantharoi” o coppe su alto piede, i modellini fittili (in terracotta), spesso ravvivati da elementi zoomorfi come di teste di toro o di ariete, mentre, tra le forme di imitazione greca sono gli “stamnoi”, le “oinochoai” e i “louteria”.
Il banchetto e il simposio come momento di vita comune e di religiosità
Tra il VI e il V secolo A.C. i corredi funebri sono fortemente influenzati dalle cerimonie greche del banchetto e del simposio. Vasi per contenere o per mangiare le carni e gli utensili usati per la loro cottura (spiedi, pinze, alari), e ancora vasi per miscelare e bere il vino (crateri, oinochoai, coppe, ecc.) e strumenti per la sua preparazione e mescita (grattugia, colino, mestolo) costituiscono ormai la parte predominante del corredo funebre.
Simili cerimonie, mutuate dai modelli aristocratici greci, sono, da un lato, segno di prestigio sociale, e, dall’altro, dimostrano l’adesione alla religiosità greca e al culto di Dioniso da parte delle elitès indigene.
Vedere Guardia Perticara – Le Fiere, le feste e le sagre
Vedere Guardia Perticara anche attraverso la partecipazione ai vari eventi culturali e manifestazioni, in genere, abbastanza numerosi. Qui, se ne elencano alcuni:
. Le Fiere del 02 maggio, del 16 settembre e del 28 dicembre;
. I festeggiamenti in onore di Santa Maria del Sauro (1°maggio – seconda domenica di agosto), nell’omonima chiesa, posta a qualche chilometro dall’abitato e che si consiglia di visitare, tra gli altri monumenti religiosi di Guardia Perticara, in quanto abbastanza interessante, sia dal punto di vista storico-artistico, sia da quello strettamente devozionale;
. Notte della Tarantella Lucana e Premio Enotria: 6 agosto;
. Festival “Il Salotto dei Borghi”: 19 agosto;
. Sagra della strazzatella: 21 agosto
Vedere Guardia Perticara – I Prodotti della terra e la cucina
Vedere Guardia Perticara è addentrarsi anche nel vasto repertorio di bontà culinarie. In effetti, la vocazione agricola del territorio fa sì che i prodotti di eccellenza siano di carattere zootecnico. Particolare pregio hanno le specialità derivate dalla lavorazione del maiale: salsicce, soppressate, capicolli. Ottimi anche i latticini, specie la ricotta accompagnata dal miele locale. Fra i prodotti da forno spiccano i biscotti, “la strazzatella” (sorta di pizza), “la chizzola” (dolce pasquale con il corredo di uova), il pane.
L’olio extravergine di oliva del Sauro è un marchio dotato di disciplinare di qualità. Fra le piante spontanee della terra si segnalano la liquirizia e il rafano. Il piatto della tradizione locale è “i ferricelli al sugo di carne”.
Questo particolare tipo di pasta si ottiene mediante un sottile ferro di metallo sul quale, con il movimento della mano, viene arrotolato un impasto di farina, acqua e sale. Il sugo è composto da involtini di carne di maiale e di cotica ripieni.
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