Montemurro, la patria di Leonardo Sinisgalli e dei Graffiti Polistrati

Montemurro, paese di personaggi illustri nel centro della Val d’Agri

Nello splendido contesto paesaggistico della Diga del Pertusillo, adagiato tra tantissime piantagioni di ulivo, che sono da sempre alla base della propria economia, Montemurro (PZ) è un paese nel quale l’arte si manifesta in maniera davvero prorompente attraverso una serie di Graffiti artistici in quantità copiosissima in tutte le sue strade.

Montemurro: arte – cultura – natura

Borgo dai 1.141 abitanti, situato a 723 metri di altezza, Montemurro riesce ad essere suggestivo con le sue strade, le sue chiese, le sue case affiancate e gli scorci panoramici che offre sulla bella natura che lo circonda.

Il paese

Montemurro è un silente paese immerso nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, completamente avvolto da boschi, frutteti, uliveti e vigneti.

Il borgo erto su pareti rocciose scoscese a strapiombo verso la valle, si affaccia proprio sul lago di Pietra del Pertusillo, invaso artificiale che sbarra il corso del fiume Agri.

Esso, tra l’altro, ha dato i natali a diversi personaggi di fama quali i pittori seicenteschi Sellitto e Manecchia, e, Leonardo Sinisgalli (1908-1981), definito comunemente “L’Ingegnere della poesia”, per via della sua duplice attività, sia nel campo dell’ingegneria, avendo collaborato con la Pirelli, la Finmeccanica, l’Olivetti, l’ENI e Alitalia, sia nel campo della letteratura e della poesia.

E’ ben noto che Enrico Fermi lo volle come suo allievo, ma che egli preferì la poesia alla scienza e che, in seguito, ha fondato la rivista culturale “Civiltà delle Macchine”.

La Storia

Si ritiente che il paese sia stato fondato intorno all’anno Mille, a seguito delle continue incursioni saracene patite da Grumentum (l’attuale Grumento Nova), che costrinsero gli abitanti ad abbandonare la città e a spargersi sulle alture nei dintorni.

Si annovera spesso “Castrum Montis Murri” quale importante fortificazione che si trovava nel luogo dell’attuale piazza Giacinto Albini e dal quale derivò poi il nome del paese per come oggi si conosce. Subì molto l’influenza dei Normanni, fu sotto il feudo di Montescaglioso e appartenne alle nobili famiglie dei Sanseverino e dei Carafa.

Nella storia più recente del borgo, vale a dire nel periodo dell’Unita d’Italia, spicca la figura di Giacinto Albini, il quale si distinse per aver organizzato l’Insurrezione lucana, rivolta antiborbonica che investi tutta la regione e grazie alla quale, all’indomani della venuta di Garibaldi, la Basilicata era finalmente una terra libera.

Montemurro, come tanti altri borghi lucani, ahimé, non fu immune da quella che fu un’altra grande piaga sociale nel ‘800, ossia, il Brigantaggio, fenomeno criminale che mise salde radici e che nasceva dalla mancata attuazione delle promesse garibaldine, dalla secolare oppressione dei signori sui ceti popolani, da un sentimento, quindi, di esasperazione e di protesta contro il Governo Sabaudo.

Fu, inoltre, interessato da un’intensa attività sismica verificatasi fra la fine del ‘800 e il ‘900, con i terremoti del 1857 (noto tristemente come “il terribile terremoto della Val D’Agri”), che lo distrusse in buona parte, essendo il paese l’epicentro, del 1907 e dal terremoto dell’Irpinia nel 1980.

A causa di questa serie di catastrofi, Montemurro ha conosciuto un fortissimo flusso emigratorio, che, ancora oggi, in parte continua.

I Graffiti Polistrati

Nel piccolo e tranquillo borgo di Montemurro ammirare i tantissimi graffiti realizzati da artisti provenienti da tutto il mondo, con l’adozione della tecnica del Graffito polistrato.

Il brillante Ideatore di questa tecnica così particolare e innovativa è stato il maestro Giuseppe Antonello Leone, scomparso nel 2016, e di sua moglie, Maria Padula.

L’artista campano, dotato di straordinaria abilità fin da fanciullo, nel 1965 ebbe la vivace intuizione di sviluppare un graffito di malte colorate con addirittura 10 strati, mediante l’utilizzo di sabbie, calce e altri materiali presenti nel territorio intonro a Montemurro.

Tali materiali, magistralmente elaborati e uniti, danno vita ad un graffito che con il tempo si pietrifica. 

Le chiese

Numerosi e interessanti sono i luoghi di culto presenti sia nel centro abitato, sia nell’agro di Montemurro.

A iniziare dalla Chiesa madre con annesso convento dedicati a Sant’Antonio da Padova, situati nella parte più alta del paese. Il convento è dell’anno 1635, si presenta con una facciata barocca e un bellissimo chiostro decorato. Mentre, l’interno della chiesa si rivela prezioso per i tanti dipinti sei-settecenteschi, un gruppo scultoreo del ‘600 e un crocifisso ligneo.

In Piazza Giacinto Albini, poi, è da visitare il Convento di San Domenico, nel quale è presente una Mostra permanente di riproduzioni fotografiche di tele, eseguite fra il 1500 e il 1600, da parte di artisti caravaggeschi, originari di Montemurro, quali Carlo Sellitto, Gian Giacomo e Anna Maria Manecchia.

Mentre, appena fuori l’abitato, nei pressi del cimitero, si trova la Chiesa della Madonna del Soccorso, dalla facciata frontale maestosa, e dall’interno ricco di opere pregiate fra le quali un crocifisso del XV secolo.

E in più, a circa 11 KM dal paese, un altro luogo sacro imperdibile è rappresentato dal Santuario di Maria Santissima di Servigliano, dal nome dell’antica chiesa esistente prima dalla frana del 1911.

La nuova chiesa presenta un dipinto della Madonna e una statua che viene portata in processione dal santuario al borgo durante le festività religiose nei mesi di maggio e settembre.

I Sapori

Fra le diverse bontà che il paese vanta, rientra senza dubbio un olio extravergine d’oliva, di grande pregio, la cui produzione è storica, tanto che, qua e là per il territorio montemurrese sono visibili tanti frantoi di tradizione antica, testimoniata da diversi frantoi sparsi sul territorio, il più antico dei quali risale al XVII secolo.

Esiste un Oleificio Cooperativo sin dal 1914 che si è sempre occupato della sua valorizzazione e che in tempi recenti ha ricevuto la certificazione di IGP.

E in tutto il resto della Vallata dell’Agri nella quale Montemurro ricade molteplici sono le squisitezze che la contraddistinguono quali i Fagioli di Sarconi, insigniti di marchio IGP, il Canestrato di Moliterno, rinomato e saporito formaggio ovino e caprino e il vino DOC Terre dell’Alta Val D’Agri, giusto per citarne alcuni.

La natura

Montemurro, proprio in virtù della sua collocazione territoriale nel cuore del Parco Nazionale Lagonegrese-Val D’Agri-Appennino Lucano, gode di un paesaggio pittoresco, rilassante e che numerose opportunità di svago e attività all’aria aperta.

Nella località montemurrese detta “Pietra del Pertusillo” è presente il grande invaso artificiale che, per mezzo di una imponente diga, sbarra il corso del fiume Agri, e, circondato com’è da fitti boschi che quasi lambiscono le sue sponde, con un ecosistema notevole, è divenuto nel tempo una delle zone protette più importanti della Basilicata. Lungo le sue rive che sono, oltretutto, attrezzate per i pic-nic, si possono fare belle camminate e praticare il bird-watching.

Per non parlare, poi, di tanti altri borghi posti nelle vicinanze di Montemurro la cui offerta turistica si basa su natura, archeologia e religiosità. Fra questi, si annoverano in primis, Grumento Nova (PZ), ex-colonia romana, con il suo stupendo Parco Archeologico e il Museo Nazionale dell’Alta Val D’Agri che gli hanno fatto guadagnare l’appellativo di “La Piccola Pompei Lucana”, Viggiano (PZ) con il culto secolare legato alla Madonna Nera e Sant’Arcangelo (PZ) con il Convento dell’Orsoleo, che costituiscono il vero cuore sacro della regione.

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